GROSSETO – In vista delle elezioni politiche del 25 settembre, Confartigianato lancia un nuovo manifesto su scala nazionale, contenente 10 proposte concrete da sottoporre ai candidati, per ricostruire un patto di fiducia tra imprenditori, politica e imprese, in un Paese che conta 4milioni e mezzo di artigiani e piccole aziende.
Dalla necessità di regole su misura e di una burocrazia più snella, agli incentivi sulla competitività e poi la richiesta di migliori condizioni per le imprese che operano nei piccoli comuni e nelle aree interne, la sfida della sostenibilità. Infine i temi del Pnrr, la sicurezza energetica, il bisogno di una nuova fiscalità e la garanzia di credito, le proposte per migliorare la qualità del lavoro e per rendere al tempo stesso il mercato del lavoro più inclusivo.
Oltre alle dieci proposte del manifesto nazionale, Confartigianato Imprese Grosseto pone all’attenzione dei candidati le specifiche esigenze che riguardano la nostra provincia, prima tra tutte la necessità di superare il gap infrastrutturale che frena la crescita, ma anche l’urgenza di costituire delle comunità energetiche e la richiesta di un progetto di valorizzazione delle ricchezze e specificità delle produzioni locali.
“Chi si candida a governare il Paese nei prossimi anni deve saper ascoltare le micro e piccole imprese che sono la colonna portante della nostra economia – affermano Giovanni Lamioni e Mauro Ciani, presidente e direttore di Confartigianato Imprese Grosseto – Il manifesto di Confartigianato nasce per dare voce ai temi che stanno più cuore ad artigiani e piccoli imprenditori, offrendo proposte concrete per aumentare la competitività. È un modo per porre all’attenzione della politica il mondo artigiano, avendo tuttavia presente, che gli impegni concreti andranno richiesti subito dopo la tornata elettorale, a chi sarà eletto.”
Nell’agenda delle priorità di Confartigianato Imprese Grosseto spicca la richiesta di un impegno da parte dei candidati per garantire al territorio collegamenti migliori.
“Entrando nello specifico della nostra provincia – proseguono il presidente Giovanni Lamioni e il direttore Mauro Ciani – è evidente che le imprese chiedano di superare il gap infrastrutturale che riguarda la rete viaria, i trasporti ferroviari, portuali e aeroportuali, passando per le infrastrutture telematiche. Le imprese che operano in provincia di Grosseto scontano per l’importazione della materia prima e l’esportazione del prodotto finito un costo maggiore, che può arrivare al 30% in più, rispetto alle realtà produttive insediate in territori infrastrutturati. Spese legate ai maggiori costi di trasporto e alle difficoltà di comunicazione con l’esterno. Bisogna individuare un percorso che superi questo gap. L’altro aspetto è l’efficienza burocratica: gli imprenditori del grossetano soffrono la mancanza di tempi certi e il faticoso rapporto con una burocrazia ancora poco digitalizzata, o almeno non in modo omogeneo nei 28 comuni della provincia, con la necessità di ricorrere ancora al cartaceo per alcune pratiche autorizzative. Anche il tema della transizione ecologica è divenuto fondamentale con il caro energia che sta costringendo le aziende di servizi a mettere in cassa integrazione i dipendenti. Al riguardo, oltre alle misure del Governo, ci aspettiamo a livello locale un impegno per la creazione delle comunità energetiche che devono essere fatte su misura per le attività imprenditoriali. Fondamentale lo snellimento dei processi autorizzativi affinché non si accumulino ritardi nella costituzione di queste comunità. L’auspicio per il settore dell’edilizia, in forte affanno dal 2008, è che ci sia una ripartenza del 110 e degli altri bonus che hanno rappresentato uno strumento utile. L’importante è che venga reso operativo, in modo chiaro per committenti e imprese. Infine, Grosseto ha necessità di un progetto che valorizzi la biodiversità delle aziende e lo specifico legame tra produzione tipica e territorio, affinché l’artigianato locale, adeguatamente valorizzato, possa attrarre nuovi turisti in provincia di Grosseto e al tempo stesso il turista che invece è arrivato sul territorio perché attratto da altri aspetti, sia comunque invogliato anche a conoscere le produzioni locali.”