GROSSETO – «Il Comitato Pastori D’Italia, dinanzi alle dichiarazioni dell’Onorevole Mario Lolini, sta vivendo un insieme di emozioni tra il sorpreso, il deluso, l’amareggiato, il contento. Però gli sorgono una serie di domande».
Così il Comitato in una nota.
«Perché prima della campagna elettorale parlare di lupi era sconveniente per tutti? Perché era un argomento evitato in Italia, mentre i Paesi membri della comunità europea decidevano ed approvavano il contenimento del lupus canis? Perché per anni la politica ha preferito spendere milioni di euro per i progetti che non hanno portato nessun risultato, ma in compenso sono state chiuse centinaia di stalle e di caseifici, mentre il numero dei lupi è aumentato a dismisura? Perché nessun politico non ha avuto il coraggio di appoggiare la richiesta del contenimento tanto acclamata dal nostro comitato»?
Luigi Farina, reduce da una predazione di 54 capi sostiene che «mai nessuno ha affrontato il problema seriamente né a destra né a sinistra tanto meno il Movimento 5 stelle; tutti hanno sempre voltato le spalle agli allevatori, assecondando gli animalisti».
«Non chiudiamo le porte a nessuno – continua Farini -, ma siamo certi che dal letame nascono fiori e se l’onorevole Lolini ha a cuore il bene dei cittadini non trascuri la zootecnia e l’agricoltura, pilastri per la vita delle persone? Chiedo all’Onorevole perché in questi quattro anni non ha mai parlato di contenimento della specie essendo il vicepresidente della commissione agricoltura? Non servono spot elettorali, ma promesse serie e attuative , basta con il faremo, doveva essere fatto».
«Per Domenico Serra certe dichiarazioni sono solo propaganda elettorale offensive verso chi ha subito predazioni, che hanno messo a rischio la tenuta dell’azienda. Fernando Tizzi, l’icona della pastorizia, con rammarico e dispiacere per la decisione presa, sostiene che certe affermazioni sono solo la tecnica delle promesse senza nessuna soluzione. La presidente del comitato Pastori d’Italia, Mirella Pastorelli, ritiene inutile fare polemiche sterili a posteriori, quando sarebbe stata necessaria allora la determinazione per affrontare tale problematica».
«Gli allevatori sono stremati sia economicamente che psicologicamente – conclude la nota -, pertanto non illudiamoli con spot elettorali, ma chi vuol affrontare il problema, in tempi brevissimi, proponga nel programma elettorale il contenimento della specie come previsto nei paesi membri della CE, unica soluzione delle predazioni, se vogliamo salvare quel poco che è rimasto della zootecnia, altrimenti rimarrà solo un nostalgico ricordo».