GAVORRANO – La questione dei gessi rossi torna a preoccupare i cittadini di Gavorrano, dove si torna a parlare di un eventuale stoccaggio dello scarto industriale della Venator nella Cava della Vallina.
La questione non è nuova; il sito della cava è da anni tra le possibili alternative a cui si interessa l’azienda, dal momento che l’attuale sito di discarica, la cava Poggio Speranzona di Montioni, ha esaurito lo spazio di contenimento.
Nel caso della Vallina il rifiuto industriale sarebbe utilizzato come materiale di ripristino della cava e, com’è noto, l’argomento è stato centrale nella scorsa campagna elettorale del 2018, ma l’intenzione dello stoccaggio non è mai stato più che un’ipotesi, sebbene precisa.
Ora lo scenario potrebbe cambiare perché la Cava della Vallina, sottoposta a sequestro giudiziario, è stata messa nuovamente all’asta dal Tribunale di Grosseto (base d’asta 270 mila euro). Nella descrizione di vendita si apprende che le autorizzazioni di scavo sono in scadenza definitiva entro la fine del 2022, da quel momento in poi quindi non potrà più essere utilizzato per l’estrazione. Inoltre il sito è sottoposto all’obbligo di ripristino ambientale.
Infatti è la quarta volta in un anno che la cava della Vallina va all’asta. Inizialmente il prezzo era di quasi un milione d’euro (luglio 2021) per poi calare nel tempo (738.400 euro nel dicembre 2021 e 590.720 euro nel marzo 2022). Le aste sono sempre andate deserte. In un anno il prezzo è quindi diminuito del 70 per cento rispetto al prezzo iniziale.
I termini dell’asta attuale scadono il 14 settembre e questa volta si sarebbe presentato un offerente e nel piccolo centro abitato vicino alla cava è tornata la preoccupazione che per il ripristino della Vallina potrebbero essere utilizzati, appunto, i gessi rossi.
Nelle scorse settimane si sono riuniti spontaneamente alcuni cittadini e imprenditori di Filare, la frazione gavorranese in cui si trova la Cava della Vallina, preoccupati dell’impatto che potrebbe avere lo stoccaggio dei gessi “davanti alla propria porta di casa”. Il gruppo si sta muovendo in questi giorni per cercare di capire meglio il futuro della cava e nel frattempo ha già organizzato due incontri, sia con la direzione del Parco nazionale delle Colline metallifere che con l’assessore regionale Leonardo Marras per affrontare l’argomento e condividere le proprie preoccupazioni.
Insomma, puntuale per la campagna elettorale si torna a parlare di uno degli argomenti più sentiti e complicati della Maremma: i gessi rossi.