GROSSETO – “Vogliamo trasparenza”, questa la richiesta dei Cobas scuola in vista dell’inizio dell’anno scolastico.
“A fine maggio centinaia di migliaia di docenti precari hanno compilato la domanda telematica con la speranza ottenere una
supplenza annuale – spiegano dai Cobas -. Nello specifico: la tempistica è decisamente infelice, nei giorni più caldi di agosto, quelli tipici delle vacanze; la trasparenza è pari a zero, perché gli uffici scolastici, con organici falcidiati dai tagli, non hanno completato le operazioni propedeutiche (per esempio, la call veloce) che permetterebbero di pubblicare le cattedre disponibili, il plesso di effettivo servizio e l’eventuale frazionabilità dei posti; le graduatorie pubblicate sono zeppe di errori e gli ATS hanno dovuto fare numerose correzioni; come al solito, dopo una prima fase di competenza degli uffici scolastici periferici, la procedura sarà data nuovamente in carico alle segreterie, già oberate di lavoro e con l’organico decimato; la domanda è farraginosa e inutilmente complessa, se possibile anche peggio dell’anno scorso; i tempi (14 giorni) sono limitati dalla solita fretta anticipatoria che maschera l’inefficienza”.
“Il Ministero ha voluto dare un’apparenza di efficienza, ma in realtà sta producendo sfaceli, che gli ATS stanno provvedendo a rimediare, nei limiti del possibile. L’esperienza degli ultimi 2 anni dimostra che, con le procedure online, le nomine sono diventate sottoposte al gioco del caso. Lo scorso anno, appena pubblicati i primi esiti delle operazioni, abbiamo chiesto ai vari ATS di rettificare le nomine. Qualcuno ha negato l’evidenza dei fatti, altri uffici hanno ammesso che non erano in grado di intervenire. E quando si è chiesto l’accesso agli atti relativi all’algoritmo che ha regolato la procedura: gli uffici hanno risposto che non ne avevano la minima idea”.
“Fino a quando il TAR del Lazio, con ordinanza 4816/2022 pubblicata il 21 aprile 2022, condividendo integralmente quanto sostenuto dai Cobas, ha condannato il Ministero a esibire e consegnare i file sorgente del software e/o l’algoritmo utilizzati dall’amministrazione centrale per le convocazioni telematiche ed il conferimento degli incarichi di supplenza ai candidati presenti nelle graduatorie per le supplenze (GPS) per l’anno scolastico 2021/2022”.
“Ci vogliamo rendere conto che in un sistema informatizzato si presentano problemi insolubili:
1. non può gestire tutte le variabili per la determinazione degli incarichi, perché molti aspiranti sono inseriti in diverse graduatorie, con una posizione diversificata e un numero di posti disponibili molto eterogeneo;
2. le nomine online generano errori, come era già successo per il piano nazionale di reclutamento deciso dal Governo Renzi nel 2015 e per i successivi trasferimenti interprovinciali;
3. le rinunce alla nomina ricevuta in presenza sono immediate e lasciano il posto a coloro che occupano la posizione seguente in graduatoria. Invece, con le procedure online possono essere verificate solo a posteriori, dopo il conferimento di tutte le nomine, e, poiché non è possibile ripetere le operazioni, si procede ad una surroga, in cui il posto è reso disponibile non a coloro che seguono immediatamente in graduatoria, ma ai non coinvolti nelle assegnazioni perché collocati più in basso: con il risultato paradossale che i più in alto in graduatoria vengono esclusi a favore di chi occupa una posizione inferiore. Le rinunce sono dovute al fatto che si è costretti a indicare preventivamente le sedi del possibile incarico. Ciò induce molte persone a indicare anche sedi poco gradite che poi, all’atto della nomina, non vengono accettate.
4. Il ministero quest’anno tenta di limitare le rinunce con un vergognoso e discriminatorio inasprimento delle sanzioni in caso di rinunce e/o abbandoni. E’ facile prevedere che determineranno scelte familiari spesso drammatiche, rischiando di escludere dal lavoro chi ha impegni familiari più stringenti. In ogni caso, si apprende delle rinunce solo quando chi ha ricevuto la nomina non prende servizio, costringendo gli ATS a ripetere le operazioni. Lo scorso anno gli uffici sono stati costretti a fare le surroghe per decine di volte, tanto che in alcune provincie le code sono arrivate al 31 dicembre, termine massimo consentito dalle norme, e talvolta anche oltre: e varie classi hanno conosciuto i loro insegnanti solo a gennaio”.
“Un sistema, dunque, altamente inefficiente e dispendioso, un disastro che però viene negato da una parte dell’Amministrazione. Non è difficile immaginare il ripetersi, come lo scorso anno, di molti errori nell’assegnazione dei posti da parte dell’ennesimo algoritmo impazzito, a danno dei precari che, va ricordato, tengono in piedi la scuola italiana. E non è difficile immaginare che, come lo scorso anno, i tempi di sistemazione saranno lunghi e che anche quest’anno avremo studenti senza docenti fino a dicembre”.
“Chiediamo nuovamente che si torni a convocazioni in presenza, per scegliere, in ordine di punteggio e nel rispetto delle riserve e precedenze, la scuola nella quale andare a lavorare, sulla base dei posti (anche di sostegno) che saranno resi noti almeno 24 ore prima. Chiediamo che le convocazioni siano in presenza anche per tutto il personale ATA e non solo per la 1° e 2° fascia. infine non comprendiamo perché il personale ATA precario prenderà servizio solo il 12 settembre”.
“Per le scuole e le famiglie vorrebbe dire limitare fortemente il caos che caratterizza l’inizio di ogni anno scolastico, per i precari (ATA e docenti) vorrà dire avere circa due mesi di stipendio in più (visto che in certi casi le supplenze annuali sono state assegnati in prossimità del Natale), per le segreterie (già al limite del collasso per la carenza di personale) vorrà dire una diminuzione del carico di lavoro, per gli studenti si tradurrà in una possibile maggiore continuità didattica”, concludono dai Cobas.