PAGANICO – “A seguito delle notizie e delle dichiarazioni riportate da numerose testate giornalistiche, cartacee ed online, relativamente al Palio della Granocchia di quest’anno, riteniamo doveroso come associazione Pro loco Paganico fornire alcuni chiarimenti e segnalare una serie di inesattezze che sono state pronunciate con l’unico scopo di danneggiare l’immagine della nostra festa e del nostro palio”, scrive, in un comunicato, la pro loco paganichese.
“In primis – prosegue la nota dell’associazione – occorre ricordare che il Palio della Granocchia è una manifestazione che risale al 1977, anno a partire dal quale i quattro Rioni del paese di Paganico si sfidano in una emozionante corsa che si corre ogni anno la prima domenica di settembre. La corsa, così come l’intera festa paesana, ha come elemento cardine la rana, divenuta oggi simbolo del paese e dei suoi abitanti”.
“Così come in altre realtà sparse in tutta Italia, il Palio della Granocchia prevede quindi l’impiego di animali (12 rane) e per tale motivo, ai sensi della LR 59 del 2009, l’autorizzazione alla corsa viene rilasciata ogni anno dal Comune di Civitella Paganico a seguito di parere favorevole fornito dall’Asl competente. Senza voler entrare nel merito delle motivazioni, delle valutazioni o degli orientamenti assunti negli ultimi tempi dal dipartimento di prevenzione dell’Asl Toscana Sud, ciò che è accaduto è che la struttura sanitaria ha emesso quest’anno parere non favorevole alla corsa del Palio, escludendo dunque la possibilità di utilizzare rane vive e violando l’integrità di una tradizione che si ripete da oltre quarant’anni”.
“Fatta questa necessaria premessa, riteniamo utile chiarire i seguenti aspetti:
1) il Palio della Granocchia, assieme all’evento di ricostruzione storica che lo accompagna, è stato nel corso degli anni annoverato tra le manifestazioni tutelate dalla Regione Toscana in quanto ritenute di interesse storico-culturale. Non si tratta dunque di un gioco, di una
“goliardata” condotta per puro divertimento da sprovveduti, ma è anzi un evento di grande rilevanza che affonda le sue radici in tempi remoti e che ad oggi identifica in modo univoco i paganichesi. La rana è in questo contesto la regina indiscussa della manifestazione, amata e
venerata dagli abitanti di Paganico, che si definiscono fieramente “granocchiai””.
“L’intera corsa viene normata da un apposito Regolamento che negli ultimi anni è stato via via aggiornato, tenendo conto anche delle indicazioni della stessa Asl competente. Il testo, che provvederemo a pubblicare anche sui canali social della Pro Loco, regola in modo puntuale ogni aspetto della gara e punta a garantire in ogni modo la salute degli animali prima, durante e dopo la corsa, che peraltro ha una durata media di 1-2 minuti. Non esistono probabilmente esempi di protocolli così esaustivi e puntuali per manifestazioni simili che si svolgono in tutta Italia”.
“Dalle dichiarazioni rilasciate dalle associazioni animaliste, è logico dedurre che al termine della corsa alcune rane “non sopravvivono”. Tali dichiarazioni sono inaccettabili, dato che ogni anno viene nominato un medico veterinario che ha il compito di visitare le rane e di certificare il loro stato di salute con apposito verbale. La validità del meccanismo preventivo del Palio della Granocchia è certificata dal fatto che non sono mai stati registrati o segnalati danni o maltrattamenti di alcun tipo alle rane utilizzate nella corsa e che da vent’anni a questa parte non sono state sporte denunce di alcun tipo nei confronti dell’Associazione Pro Loco Paganico, come invece regolarmente avvenuto in altri contesti. Le rane, a seguito di controllo veterinario, vengono inoltre rilasciate in natura”.
“Un’ulteriore critica che viene fatta riguarda il carattere diseducativo che il Palio della Granocchia avrebbe nei confronti dei più piccoli. Aldilà della bassezza di una simile dichiarazione, ci teniamo a far presente che per piccole realtà come quella di Paganico, un evento come il Palio rappresenta un punto di riferimento inamovibile. Sebbene per alcuni possa sembrare difficile da comprendere, il Palio della Granocchia, oltre a garantire la sopravvivenza di una piccola comunità come la nostra, rappresenta un collante tra generazioni. Per i più piccoli, che sognano di spingere la carretta come fatto prima di loro dai genitori o dai nonni, l’unica lezione diseducativa è rappresentata dalla prepotenza con cui si decide di cancellare tutto ciò in cui hanno sempre creduto”.
“A questo punto consentiteci di esprimere profonda tristezza nel constatare l’accanimento ingiustificato che un gruppo ristretto di persone ha riservato al nostro Palio, pur non conoscendone l’essenza, le modalità o le attenzioni messe in atto fino ad oggi per garantire il rispetto e la
sicurezza degli animali. Sarebbe stato probabilmente più costruttivo impostare un dialogo per definire un protocollo ancor più dettagliato, se possibile, in modo da garantire la tutela delle rane e al tempo stesso il rispetto della tradizione paganichese”.
“In conclusione, tuttavia, ci teniamo ad assicurare che contrariamente a quanto continuano a sostenere alcune associazioni animaliste, il Palio 2022 si farà e saranno utilizzate le rane, ovviamente nel pieno rispetto della legge”, conclude il Consiglio della Pro loco Paganico.