BOCCHEGGIANO – Sarà inaugurata mercoledì, 24 agosto alle 17, la stele che commemora i 54 minatori che hanno perso la vita nelle miniere di Boccheggiano (Comune di Montieri). L’iniziativa è stata voluta fortemente dall’associazione Casse Mutue Riunite.
L’inaugurazione si svolgerà in concomitanza con la festa patronale del paese.
L’installazione vuole ricordare i morti in miniera dal 1892 al 1984. È stata realizzata in acciaio corten, materiale che ricorda il passare del tempo e le formazioni ferrose del territorio. Si tratta un pannello verticale con incisi, a taglio laser i nomi e la data di morte di chi ha offerto l’estremo sacrificio, sorretto da due minatori. La stele è stata realizzata dalla ditta Ar.met di Monteroni d’Arbia in provincia di Siena, specializzata in lavorazione di metalli. Il disegno della stele è stato realizzato da Bruno Corsini che ha fortemente caldeggiato l’iniziativa. Sarà presente all’inaugurazione, oltre alle autorità civili, monsignor Franco Cencioni, boccheggianese di nascita e legato fortemente al paese. Suo padre fu anch’esso minatore come anche un suo fratello.
L’associazione
«Casse Mutue Riunite di Boccheggiano – spiegano dall’associazione – nasce alla fine del XIX secolo, giusto 130 anni fa, per cui sono, se non l’unica una delle poche associazioni tuttora esistenti della provincia di Grosseto di ispirazione laica. Nascono seguendo i principi di solidarietà, accoglienza e mutuo soccorso sotto la spinta delle nuove idee che si stavano formando in quegli anni. La loro nascita è legata a doppio filo alla nascita dello sfruttamento minerario del territorio bi Boccheggiano. Infatti è alla fine dell’ottocento che iniziano ad operare le prime aziende minerarie, anche se ci piace ricordare che fin dagli etruschi il nostro territorio è stato interessato a ricerche minerarie».
«Però è con l’inizio della rivoluzione industriale che aumenta la richiesta di materie prime fortemente necessarie all’industria. I primi sfruttamenti riguardarono soprattutto il rame, e di questo rimangono ancora chiari ricordi sparsi ormai in luoghi in luoghi abbandonati. In quegli anni il materiale veniva direttamente lavorato sul posto per cui il territorio assunse un carattere essenzialmente industriale con la costruzione di forni fusori ormai purtroppo non più visibili. Nacque anche un villaggio minerario lungo la valle della Merse, villaggio di cui oggi rimangono solo poche tracce, ma che era fino agli anni ’70 un vero paese con chiesa, spaccio di alimentari e luoghi di incontro».
«In un secondo tempo – spiegano ancora dall’associazione -, soprattutto dopo il secondo conflitto si passò allo sfruttamento di filoni di pirite, materiale ferroso da cui veniva prodotto l’acido solforico, essenziale per l’industria chimica. Sono gli anni della Montecatini. Sono gli anni delle forti tensioni sindacali. I vecchi ancora ricordano gli scioperi, le forze dell’ordine e gli scontri anche violenti. Tutto questo fino alla fine del ‘900 quando l’ultima miniera, si diceva la più moderna d’Europa, chiudeva i battenti, Da allora il paese ha iniziato un triste declino ed è passato da essere un paese vivo e pulsante a essere un paese destinato ad una lenta agonia».
«Però l’attività dell’associazione è continuata si è trasformata da associazione di carattere mutualistico e solidaristico (si ricorda che gli iscritti pagavano mensilmente una piccola quota in denaro che formava un fondo cassa a cui potevano accedere, secondo regole precise, coloro che avevano subito un infortunio o addirittura un incidente mortale) a carattere essenzialmente sanitario. Infatti in convenzione con l’Azienda USL effettua servizi di carattere sanitario. Possiede un’ambulanza, tre mezzi attrezzati per trasporto di persone disabili. Per dare delle cifre, se anche il paese di Boccheggiano conta ormai poche centinaia di residenti lo scorso anno sono stati effettuati circa 1540 missioni e quest’anno a tutt’oggi la sola ambulanza ha effettuato 750 viaggi».
«Questo grazie ai pochi volontari che con dedizione e forte senso di umanità e solidarietà sono sempre pronti ad aiutare il prossimo in difficoltà. L’associazione è anche un grande centro di aggregazione e inclusione, infatti fra i volontari molti sono i nuovi immigrati che hanno trovato accoglienza e umanità. È grazie soprattutto ai volontari che è stato possibile poter realizzare la stele che ricorda i 54 minatori che hanno perso la vita nelle miniere di Boccheggiano».