GROSSETO – L’ordine degli infermieri di Grosseto partecipa preoccupato, ormai da mesi, alle tante grida di allarme, giustissime e condivise, che arrivano da più soggetti riguardo alla situazione dei pronto soccorso della provincia.
“Ora che sta per arrivare la fine dell’estate – spiega Nicola Draoli, presidente Opi Grosseto – vorrei sottolineare come queste denunce si ripetano, puntualmente, ogni anno e questo ci mette di fronte a due possibilità: arrivare alla prossima estate e ripartire da capo con la situazione di emergenza, oppure mettere in campo fin da subito soluzioni alternative per il 2023”.
Possibilità alternative che esistono. “Continuare a parlare di carenza di infermieri e medici purtroppo non risolve il problema nell’immediato perché sappiamo benissimo – continua Draoli – che per via della carenza strutturale in tutta Italia non ci saranno numeri sufficienti per anni a causa di lustri di mancato investimento. La graduatoria del concorso Regionale per infermieri è bloccata e va riaperta ma preme sottolineare come l’Ordine di Grosseto – ad esempio – sia uno dei pochi Ordini in Italia ad avere lo stesso numero di iscritti da più di 10 anni, anzi ultimamente in flessione (segno della mancata attrattività e del mancato investimento Sanitario nella nostra Provincia)”.
“Una soluzione, che da anni come Ordine degli infermieri continuiamo a proporre, è quella di un modello ‘see and treat’ diffuso ovunque, ovvero il trattamento delle urgenze minori, che nel pronto soccorso di Grosseto già esiste, e consiste in ambulatori infermieristici autonomi nella gestione di piccoli interventi ad accesso diretto, che rappresentano poi la maggior parte dei codici bianchi che arrivano in pronto soccorso. Abbiamo un territorio che ha già ambulatori infermieristici che intervengono però su pazienti cronici o su appuntamento: disseminare e rinforzare questi ambulatori infermieristici, che possono garantire interventi autonomi per urgenze minori su tutto il territorio, può rappresentare una prima soluzione che andrebbe a sostenere in modo importante anche la carenza della guardia medica turistica, non sostituendola ovviamente che è cosa impossibile, ma coprendo una buona parte dei bisogni che vengono richiesti alla guardia medica turistica”.
L’Ordine degli infermieri ribadisce ancora una volta la propria vicinanza a tutti gli operatori sanitari, non solo infermieri, auspicando, visto anche l’avvicinarsi delle votazioni, in una serie di programmi elettorali sulla sanità davvero centrati e concreti . “Ovviamente tutto il tema della sanità locale – conclude Draoli – deve essere portato avanti con progettualità diverse e coraggiose, non solo incrementali, perché non si può continuare a rispondere a un aumento della domanda, in questo caso gli accessi impropri al pronto soccorso, solo con un aumento dell’offerta: al contrario, bisogna andare alla fonte investendo ancora di più sul territorio ma con progettualità che hanno il coraggio di non replicare l’esistente, che sta scomparendo, ma trovando altri percorsi. Il Pronto Soccorso del resto non è che l’unica porta aperta in questa Nazione in cui si raccolgono bisogni di ogni tipo che diventano sanitari spesso per comodo.