CAMPAGNATICO – “L’udienza di ieri tenutasi dinanzi al Tribunale di Grosseto in relazione all’azione popolare promossa da tre cittadini – uno dei quali neppure avente legittimazione ad agire, mancando la sua qualità di elettore del Comune di Campagnatico- si è conclusa con il rinvio al 20 ottobre prossimo per la discussione finale”, lo annuncia il vicesindaco Alessandro Ulmi.
“Dopo l’illustrazione della causa al collegio, svolta dal giudice relatore Amedeo Russo – prosegue -, le parti sono state invitate a completare l’esposizione delle rispettive posizioni. La difesa del sindaco Elismo Pesucci ha spiegato compiutamente tutte le ragioni per le quali l’azione
popolare è totalmente infondata: nessuna incandidabilità, né ineleggibilità per il primo cittadino. Tantomeno esistono motivi per contestare a Pesucci l’incompatibilità, avendo prodotto in giudizio le prove della rimozione di qualunque causa anche solo potenzialmente ostativa alla sua elezione”.
“Il sindaco Pesucci, infatti, ha chiesto per tempo l’aspettativa (non retribuita) dal lavoro presso il Comune di Campagnatico, ed ha rinunciato all’azione con la quale richiedeva all’Ente il rimborso delle spese legali (quasi 150mila euro) sostenute per la difesa in vari processi penali conclusi tutti con la sua piena assoluzione”.
“E’ stata anche chiarita la questione riguardante la mera concessione (e non appalto) del campo sportivo alla ASD Nuova Arcille, della quale il figlio di Pesucci non è più presidente da quando ha rassegnato le dimissioni, nel pieno rispetto delle forme e dei termini previsti dal Testo Unico Enti Locali per non far incorrere in incompatibilità suo padre, neo eletto sindaco”.
“Poi è stato il turno della difesa “Grisanti & Co.”, promotrice dell’azione popolare, che nel frattempo, nelle more tra il deposito della citazione e l’udienza, due giorni dopo il discorso di insediamento del sindaco Pesucci in consiglio comunale (nel quale il primo cittadino aveva già preso puntualmente posizione in merito a tutti i suoi strepiti), si è procurata l’assistenza di un avvocato. L’avvocato dei tre cittadini ha riepilogato i motivi già illustrati nel libello introduttivo e, una volta fatto riferimento ad alcuni documenti depositati nella cancelleria telematica, i giudici e la controparte hanno fatto rilevare di non averne preso visione. La cancelleria -contattata per le vie brevi seduta stante- ha confermato l’avvenuto deposito della busta telematica, ma anche di non averne ancora “aperto” il contenuto, motivo per il quale né la
difesa Pesucci, né i giudici avevano avuto modo di visionarlo”.
“L’udienza è stata pertanto rinviata per dar modo di analizzare tali documenti, nel pieno rispetto delle garanzie del contraddittorio. Ad entrambe le parti è stato anche concesso termine fino al 30 settembre per presentare memorie finali sulle quali potranno ulteriormente interloquire all’udienza di discussione fissata per il 20 ottobre”.
“Ancora una volta si apprende dai giornali il tentativo di chi non ha vinto le elezioni di rappresentare in maniera distorta i fatti, illudendosi di influenzare l’opinione pubblica propinandole notizie tendenziose. Il sindaco Pesucci, invece, ritiene corretto informare i propri cittadini -e tutti coloro che sono comunque interessati alla vicenda- nel modo più oggettivo e asettico possibile”.
“Un’unica considerazione, tuttavia, è doverosa per Pesucci: il procedimento che inizia con l’azione popolare è caratterizzato da tempi molto stretti. Esso è regolato dal rito sommario di cognizione, in particolare dall’articolo 22 del decreto legislativo 150/2011 che prevede che tutti i termini del procedimento siano ridotti alla metà e che la controversia venga “trattata in ogni grado di giudizio in via d’urgenza”. Ebbene, a prudente avviso del sindaco Pesucci, il rinvio della decisione a due mesi rappresenta un chiaro segnale dell’infondatezza dell’azione e della mancanza di un effettivo e reale bisogno di provvedere”, chiude Ulmi.
Nel frattempo, assicura Pesucci “l’attività amministrativa ed il mio impegno da sindaco continueranno alacremente e senza alcuna incertezza né rallentamento, nella convinzione di aver agito e di agire nel pieno rispetto di tutte le regole, comprese quelle di fair-play”.