GAVORRANO – Andrea Biondi ha parlato. Le sue parole erano attese da tempo e alla fine ha scelto IlGiunco.net per rendere pubblica la sua decisione riguarda al suo futuro in politica e nella vita. Una decisione che arriva a poco meno di un anno dalle elezioni e che apre nuovi scenari nel panorama politico di Gavorrano.
Che succederà ora non è dato saperlo, ma intanto una cosa è certa: Andrea Biondi lascia la scena della politica dopo il suo primo mandato da sindaco di Gavorrano, un’esperienza che ci racconta anche attraverso i risultati raggiunti e il lavoro svolto fino ad oggi.
A meno di un anno dalle elezioni qual è il bilancio della sua amministrazione?
Credo che grazie ad un ottimo lavoro di squadra nella Giunta Comunale, con competenza e dedizione riusciremo a raggiungere risultati inattesi nell’arco di questa legislatura, soprattutto considerando il punto di partenza e le difficoltà rilevanti a causa della pandemia covid19, che ha rallentato ed ostacolato varie attività nella costruzione di una rete locale.
Che voto si dà, da uno a dieci, in questi anni di governo del comune?
Per l’impegno mi promuovo a pieni voti, per il resto ognuno ha il suo giudizio personale sull’operato di questa Amministrazione Comunale.
Quali sono i progetti di cui è più orgoglioso?
L’aver evitato nei primi 15 gg di insediamento la chiusura annunciata dell’asilo nido comunale, che ora rappresenta un servizio strutturato e consolidato nel bilancio pluriennale dell’ente; la conclusione di entrambi gli strumenti urbanistici (dopo l’approvazione definitiva del Piano Strutturale entro Ottobre vi sarà quella del Piano Operativo); la conclusione della rigenerazione degli ex Bagnetti con la realizzazione dell’impianto di raffrescamento e riscaldamento, la nuova biblioteca comunale di prossima conclusione, il nuovo Museo GeoMet di prossima inaugurazione, e la definizione del progetto di spostamento degli uffici amministrativi dell’ente; il progetto di accoglienza turistica diffusa del borgo di Caldana che farà da apripista per il coinvolgimento degli altri borghi di Giuncarico, Ravi e lo stesso Gavorrano capoluogo; l’alienazione dell’ex campeggio La Finoria che potrà restituire al territorio un’attività produttiva strategica; infine aver centrato i finanziamenti PNRR per l’arricchimento dei servizi scolastici.
Lei è arrivato in politica da civico poi durante il suo percorso ha aderito al Partito democratico. Che cosa pensa della politica oggi?
Non mi sono mai sentito un civico, ho sempre avuto una chiara collocazione politica, semplicemente quando sono diventato Sindaco non avevo nessuna tessera di partito in tasca, ma in un momento di difficoltà per la sinistra nazionale mi sono sentito di fare una scelta di campo per riuscire a dare il mio contributo a pieno. La politica odierna, viste le rilevanti difficoltà da affrontare, a partire dai cambiamenti climatici, ha bisogno di maggior approfondimento, partecipazione e consapevolezza, anche se sinceramente mi sembra che nell’elettorato medio, che ormai è un corpo fluido di difficile riconoscimento, queste non siano le parole d’ordine più ricercate.
Parliamo del suo futuro. Quali le opere e i progetti che metterà in cantiere nei prossimi mesi?
La conclusione del Centro di Raccolta Comunale alle Basse di Caldana in primis, inoltre definiremo il progetto di pianificazione urbanistica di rigenerazione urbana del centro della frazione di Bagno di Gavorrano, e speriamo di concludere anche i progetti di copertura della pista di pattinaggio di Bagno e recupero dell’ex campo di tennis di Giuncarico.
Parlando invece dei prossimi anni. Dopo questo primo mandato, lei è disponibile a ricandidarsi? Le piacerebbe fare un secondo mandato da sindaco?
No, non sono disponibile, ed ho già comunicato chiaramente la mia decisione internamente. Sento forte l’esigenza di riprendere il mio percorso professionale che per me non è la politica. Il Sindaco è un ruolo totalizzante, ma significa mettere in stand by la propria professionalità per gli anni in cui si ricopre tale carica, e non sempre le situazioni lo permettono.
E se non volesse mettersi nuovamente in gioco, come vivrà il suo legame con la politica? Resterà impegnato nel Pd oppure resterà un osservatore esterno.
Certamente continuerò il mio impegno politico localmente, ma come semplice iscritto, probabilmente mi impegnerò maggiormente nelle attività sociali perché nella mia frazione di Bagno di Gavorrano è necessaria una rigenerazione sociale, per la quale a mio avviso vale la pena spendersi.
Lei è sempre stato un uomo di sinistra: che pensa oggi della sinistra e cosa pensa delle prossime elezioni politiche?
In sintesi penso che non avevamo bisogno di elezioni politiche in questa fase storica, e sarebbe stato giusto arrivare alla fine naturale della legislatura fra sei mesi, potendo contare fino all’ultimo sul pragmatismo del Premier Draghi, del quale sono stato critico sulla politica internazionale, ma poter continuare il suo operato avrebbe aiutato ad avviare varie riforme strutturali del quale il nostro Paese necessita, a partire da una macchina della pubblica amministrazione che stenta a funzionare, per vari motivi, in primis a causa del depauperamento delle risorse umane negli enti locali, e le eccessive briglie burocratiche.
La sinistra adesso si trova all’angolo, con poche possibilità di alleanze convincenti, serve uno sforzo d’identità che potrà riservare delle sorprese positive in questa tornata elettorale e rappresentare una base di riforma nel futuro al di là dei risultati che vedremo il 26 settembre.
E invece parlando di territorio, lei vede un suo erede da qualche parte per Gavorrano? Lavorerà con le forze che fanno parte della sua coalizione per trovare un candidato che possa prendere in mano la sua eredità politica e amministrativa?
La sinistra a Gavorrano ha una consolidata tradizione di governo, credo che saprà certamente proporre una squadra ampiamente all’altezza della sfida. I primi passi da fare sono verso un allargamento dell’alleanza politica e la definizione di una piattaforma programmatica per il futuro di Gavorrano sulla quale far convergere anche forze civiche capaci di dare un contributo di competenze ed idee. Io darò il mio contributo, ma senza voler fare il ‘guardiano’ del mio lavoro, è legittimo dove si reputa necessario mettere in discussione l’operato dell’attuale Giunta.