GROSSETO – “Non solo le nostre imprese sono minacciate da un’applicazione discutibile della direttiva Bolkestein, ma sono nel mezzo ad una continua tempesta in cui si afferma tutto ed il contrario di tutto, in cui non vi è certezza del diritto di impresa e dove ogni giorno c’è una notizia contrastante rispetto a quella del giorno prima”. Così esordisce Andrea Fidanzi, referente provinciale di Confartigianato Imprese Balneari.
“Dopo la nota sentenza del Consiglio di Stato che prevedeva i bandi ad evidenza pubblica entro il 2023, il Governo Draghi aveva inserito nel Decreto Concorrenza la possibilità di far slittare di un anno tale termine in caso di comprovata impossibilità a concludere in tempo utile le procedure e, recependo in seppur minima parte le istanze degli imprenditori, aveva legittimato il riconoscimento del valore di impresa e il valore della comprovata esperienza nel settore, come requisito per la partecipazione alle gare”.
“Alcune associazioni di categoria hanno deciso in buona fede di reclamare lo stralcio degli articoli 3 e 4 del decreto, quelli relativi appunto alle imprese balneari, in analogia con quanto era stato fatto per i taxi, puntando poi a reclamare una maggiore attenzione alle istanze della categoria per la redazione dei testi definitivi”.
“Dopo la caduta del Governo – prosegue Fidanzi – in previsione di una sicura dilazione dei tempi, Confartigianato ha ritenuto invece opportuno che gli articoli 3 e 4 rimanessero al loro posto. Questa decisione è stata presa dopo aver valutato attentamente il parere dei legali e, come molte altre situazioni che si verificano nel settore, non è assolutamente un segnale di rottura ma il frutto di una valutazione, per Confartigianato attendibile, ma pur sempre una valutazione. Infatti è evidente che, qualora i due articoli fossero stati stralciati, la sentenza del Consiglio di Stato sarebbe tornata ad essere l’unica giurisprudenza vigente, a differenza dei taxi per cui lo stralcio comporta il mantenimento degli attuali diritti. Per questo, nel caso il nuovo Governo non agisse in tempo utile, qualsiasi comune potrebbe essere legittimato ad indire gare senza alcuna forma di tutela per il concessionario uscente e per il valore della sua azienda. Quindi, seppur obtorto collo, è stato ritenuto che una pessima norma fosse comunque meno peggio del mero rispetto della sentenza e si auspica che il prossimo Governo ponga maggior attenzione alle legittime richieste della categoria, sia migliorando il testo attuale che redigendo i relativi decreti attuativi in modo adeguato”.
Confartigianato Imprese Demaniali – sottolinea ancora Fidanzi – è assolutamente convinta che sia necessaria una maggiore apertura alla concorrenza, ma anche che il principio sacro ed inviolabile della libertà di impresa e del suo valore di mercato non possa e non debba essere sacrificato, così come non può essere ignorata la valenza economica e sociale delle piccole imprese locali e di tutto l’indotto artigianale e produttivo che gravita attorno, dall’agricoltura all’allevamento”.
Andrea Fidanzi, con il supporto del presidente di Confartigianato Giovanni Lamioni e del segretario Mauro Ciani, invita quindi tutti i candidati alle prossime elezioni a prendere posizione sulla vicenda in modo chiaro, auspicando che anche tutti i cittadini comprendano l’importanza della categoria per l’economia turistica locale.