SCARLINO – Si sono riuniti lunedì 18 luglio in assemblea i lavoratori di Venator, per analizzare la situazione critica che si è creata a causa dell’imminente esaurimento degli spazi interni per la messa a dimora dei gessi rossi.
“Purtroppo – dicono i lavoratori -, nonostante l’impegno profuso dalla Rsu nel favorire numerosi incontri tra l’azienda, le istituzioni e le forze politiche del territorio, la situazione si è fatta sempre più complessa. Tant’è che tra i lavoratori, diretti ed indiretti, della fabbrica di Scarlino stanno crescendo in maniera esponenziale la preoccupazione e la rabbia”.
“La nostra fabbrica – continuano – ha un assetto produttivo di tre linee; al momento due di queste sono ferme e, se non fosse trovata in tempi rapidissimi una concreta soluzione, ci sarà il totale blocco della produzione, con ripercussioni drammatiche sui lavoratori e su tutto il tessuto socioeconomico della provincia di Grosseto”.
“Visto dunque l’aggravarsi della situazione – proseguono i lavoratori – chiediamo che tutti i buoni propositi espressi dall’azienda e dalla politica si concretizzino in progetti reali, in grado di garantire così la continuità occupazionale e produttiva del sito. Nei prossimi giorni, inoltre, si giocheranno alcune partite fondamentali per il nostro futuro, come le trattative commerciali tra Venator ed alcune discariche già attive, presenti sul territorio, per lo stoccaggio del gesso e anche la richiesta di sospensione della diffida su Montioni, a seguito del ricorso presentato da Sepin e Venator al Tar della Toscana”.
In attesa delle autorizzazioni per la riqualificazione della discarica interna, i lavoratori auspicano un’accelerazione della trattativa tra Venator e la Regione: “Per arrivare – concludono – a un accordo programmatico che garantisca una soluzione definitiva all’annoso problema sulla gestione dei gessi rossi. Qualora non ci fossero, invece, dei risvolti positivi, i lavoratori intraprenderanno tutte le forme di azione sindacale, interne ed esterne alla fabbrica, per tutelare il loro futuro occupazionale”.