GROSSETO – «19 luglio 1992 il giudice Paolo Borsellino e gli agenti Emanuela Loi, Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina, Claudio Traina, muoiono in un attentato con l’esplosivo.
«Il 1992 fu un anno terribile costellato di crisi politiche, di vittime della violenza, di difficoltà del mondo del lavoro.
Una stagione che conferma quanto sia importante per una nazione l’unità e una guida capace del Governo» afferma Francesco Limatola, presidente della Provincia di Grosseto.
«In quell’anno viene eletto il presidente Oscar Luigi Scalfaro che nel suo discorso di fine anno invitò i giudici a proseguire nelle indagini, i partiti a rinnovarsi, il Parlamento a fare le riforme e auspicò “un nuovo Risorgimento”.
È importante rileggere oggi il 1992 e comprendere quando nascono le stragi, dove trovano l’humus da cui alimentarsi».
«Il giudice Paolo Borsellino, persona integra, doveva essere “sbriciolato” come era stato con il suo amico e collega Giovanni Falcone. La mafia aveva spazio fertile per dettare la sua legge e farlo con arroganza. Alla forza di Borsellino dobbiamo molto, ricordarlo è riconfermare il nostro impegno civico».