GROSSETO – «Queste ore di crisi del Governo Draghi sembrano essere iniziate da cento giorni e che abbiano una fine già scritta. Se non vivessimo un mondo razionale, guidato da regole sociali ed economiche evolute, direi che stiamo assistendo ad un colossale episodio di autolesionismo politico».
A dirlo è Francesco Limatola, presidente della Provincia e sindaco di Roccastrada.
«La scelta di scomporre una maggioranza guidata da uno dei leader più apprezzati in Europa e nel mondo appare illogico e immotivato – afferma Limatola -. Ricercare le origini di questo “male” ci condurrebbe in un ulteriore percorso autodistruttivo, ad immaginare, proprio perché oggettivamente non ce ne sono, scenari esterni anche alla “lettera” dei Cinque Stelle, influenze e obiettivi non scritti in quel testo».
«Ho aderito all’appello lanciato dal sindaco di Firenze Nardella e dei sindaci italiani perché condivido che ora è il tempo di “tenere”, di non di acuire rotture provocate o esistenti».
«Come sindaco del Comune di Roccastrada e presidente della Provincia di Grosseto sento il dovere di aggiungere il mio “bicchiere d’acqua” a questa immensa onda di sostegno al Governo Draghi. Era nato come un Governo eccezionale e straordinario, di unità nazionale, perché il momento lo imponeva e se c’erano molti motivi importanti allora ora ce ne sono ancora di più, e se rischiavamo di perdere la salute prima, ora a quell’emergenza se ne sono sommate altre tra cui la guerra in Ucraina».
«Nel mio “bicchiere d’acqua” c’è la rappresentazione dell’ansia delle comunità che amministro, la preoccupazione che dei progetti di riforma attivati non se ne parli più o che sicuramente si rallentino, che i fondi europei del Pnrr si riducano o spariscano. Dire che non è il momento è dire poco. Il Paese rischia una profonda e grave recessione sociale ed economica».
«Ritengo che tutti siano consapevoli di quello che scrivo e questo mi preoccupa ancora di più. La partita dell’Italia e la delegittimazione di Draghi ha, infatti, effetti ben più vasti che varcano i confini e, nei fatti, aiutano coloro che vogliono la destabilizzazione dell’Europa. Si chiuda questa parentesi e si completi il lavoro del Governo. Nel 2023 ci sarà il tempo per confrontarsi sui progetti e sulle idee e andare ad elezioni democratiche».