SEMPRONIANO – L’associazione Ippogrifo Odv interviene sulla gestione del verde pubblico del paese. «Ci riferiamo in particolare ai lavori attualmente in corso nel parco pubblico di Semproniano, con abbattimento delle piante non autoctone a suo tempo piantate, in vista della loro sostituzione con piante autoctone».
«Per trattare l’argomento, sono necessarie due ulteriori premesse – scrive l’associazione in una nota -:
• Nell’attuale situazione di grave riscaldamento climatico, l’importanza degli alberi è ormai generalmente riconosciuta, sia riguardo al loro ruolo di assorbimento della CO2, che per quello non meno importante di abbassamento delle temperature a livello locale (per effetto sia dell’ombra che della traspirazione), effetto particolarmente rilevante per le città, ma non trascurabile nemmeno in centri minori come può essere Semproniano.
• L’attività di gestione del verde pubblico è regolamentata dal Decreto del Ministero dell’Ambiente n. 63 del 10 Marzo 2020 sui “Criteri ambientali minimi (CAM) per il servizio di gestione del verde pubblico e la fornitura di prodotti per la cura del verde”, che, anche se risulta ignorato dalla quasi totalità degli enti interessati (non prevedendo alcuna sanzione in caso di mancato rispetto) dispone ad esempio il divieto di capitozzature ed altre indicazioni pratiche sugli interventi possibili. Riguardo poi ai tempi di realizzazione degli interventi, sono rilevanti anche la L. 157/92, la Convenzione di Berna e la cosiddetta “Direttiva Uccelli” (Direttiva 2009/147/CE), tutte concordi nel vietare la distruzione di nidi e uova o nidiacei di uccelli».
«Alla luce di queste premesse – prosegue la nota dell’associazione -, mentre siamo convinti che, per i nuovi impianti di alberi e arbusti debbano essere utilizzate preferibilmente essenze autoctone (come tra l’altro dispone il citato Decreto del Ministero dell’Ambiente), abbiamo seri dubbi sull’opportunità della sostituzione di piante messe in opera in altro periodo storico, quando la sensibilità ambientale non era quella odierna e l’impianto di conifere esotiche era praticamente la regola nei parchi (ed anche nei rimboschimenti di ambienti naturali). Proprio per il fatto che un parco pubblico rappresenta un punto di incontro tra natura e cultura, la presenza di alberi anche esotici, ormai tra l’altro da tempo “naturalizzati”, può rappresentare il retaggio di un diverso periodo della storia locale. Inoltre, gli effetti sull’assorbimento della CO2 e di rinfrescamento del clima a livello locale di piante adulte sono decisamente maggiori di quelli di alberi giovani di nuovo impianto (che, comunque, visto il taglio delle piante adulte già realizzato, chiediamo venga effettuato il prima possibile)».
«Ma, a parte il discorso sull’opportunità della “sostituzione”, sul quale possono esserci dubbi, non ci sono invece dubbi sull’inopportunità del periodo di realizzazione dei lavori. I lavori di taglio delle vecchie piante nel mese di luglio, oltre a confliggere con le citate norme che vietano la distruzione di nidi e uova o nidiacei di uccelli (essendo il periodo riproduttivo ancora in corso), impediscono l’utilizzo del parco pubblico, da parte di residenti e turisti, proprio nel periodo in cui le temperature elevate renderebbero più utile la disponibilità di un’area ombreggiata e fresca. Diventa poi assurdo che, mentre lodevolmente il Comune impegna fondi per la realizzazione di campi estivi per bambini, con altri finanziamenti pubblici renda nello stesso tempo inutilizzabile la struttura più vocata allo svolgimento dei campi stessi».