FOLLONICA – «Dove finiscono le acque della Gora delle Ferriere, le acque pulite?» a chiederlo l’associazione ambientale La Duna. «L’acqua scorre abbondante e limpida nella zona industriale follonichese, lo abbiamo visto con i nostri occhi, ma non arriva alla confluenza nel centro città . Dove spariranno le sue acque, quale mistero priva Follonica del loro apporto? In quale punto tra la zona industriale follonichese e la città spariscono?»
«La Gora delle Ferriere, che proviene da sotto Massa Marittima e che dalla nascita fino a Valpiana si chiama Ronne, è un piccolo corso d’acqua dalla portata costante tutto l’anno. Prese il nome di Gora delle Ferriere per la sua fondamentale funzione nelle vecchie attività siderurgiche di Valpiana prima e di Follonica poi».
«Oggi la sua ricchezza di acque è molto importante per i piccoli orti o terreni che si trovano sul suo corso, specialmente in presenza di siccità prolungata come quella che stiamo vivendo. Nonostante le piccole captazioni arriva fino alla zona industriale di Follonica una buona quantità di acqua» prosegue a nota.
«A volte ha presentato dei problemi dovuti a presunti sversamenti non meglio identificati ma comunque fornisce un bel servizio anche quando viene fatta confluire nel torrente Petraia, vicino al parco Centrale di Follonica per poi gettarsi in mare. La sua funzione, oltre a quella di garantire la sopravvivenza di piccoli animali nel suo alveo, è anche quella di diluire e rendere più accettabile lo “stazionamento” di materiali in putrefazione nel suo tratto terminale prima di gettarsi in mare».
«Oggi lo sbocco a mare della Gora/Petraia (Petraia che comunque da tempo è assolutamente in secca) risulta fortemente inquinato secondo i dati di Goletta verde. Nessuna sorpresa, sono anni che la situazione è così. Però un mistero esiste: è quello rappresentato dalla scomparsa delle acque della Gora delle Ferriere».
«Il mistero si infittisce. Chissà se l’amministrazione follonichese potrà dare risposte… Di certo i miasmi della Gora verso la foce e i dati di Goletta verde farebbero sperare di in risposte ed interventi, sempre promessi ma mai attuati. Chissà se magari un dragaggio del tratto terminale non potrebbe servire in attesa di interventi strutturali sostenibili (non certo le colate di cemento di vecchia memoria)».