MASSA MARITTIMA – “Il Comune non risponde alla nostra pec, abbiamo scritto al difensore civico”, così il Pci Colline Metallifere in merito al ponticello sul lago dell’Accesa.
“Il 6 maggio era stata inviata una nota via PEC, regolarmente consegnata e protocollata dal comune, con la quale si chiedevano informazioni in merito alla realizzazione del Ponte sull’emissario Bruna che nasce proprio dal lago dell’Accesa – prosegue il partito -. Nella nota si chiedeva se fossero state fatte tutte le verifiche in merito ai vincoli che insistono nell’area e se non era possibile adottare altre soluzioni con un diverso o migliore impatto visivo e che consentissero la fruibilità anche a persone diversamente abili dell’opera”.
“Si chiedevano inoltre costi, procedure adottate per l’affidamento dei lavori, ditte alle quali è stata concessa l’esecuzione dell’appalto ed eventuali ditte in sub appalto perché, come era evidente dalla foto che abbiamo allegato, nessuna informazione è stata apposta sulla cartellonistica di cantiere che, ci risulta, è obbligatoria”.
“Infine si segnalava che con la chiusura dell’accesso stradale pubblico di proprietà del comune, lungo la strada dell’Accesa, disposta dall’Unione dei Comuni, il transito fosse stato spostato sull’altro accesso in località La Pesta e tale accesso, per ubicazione, configurazione, stato manutentivo, potrebbe non avere le caratteristiche per garantire la sicurezza della circolazione stradale in quanto le due strade di scorrimento, la provinciale e quella che porta al lago, sono parallele e i veicoli in ingresso e uscita, potrebbero avere difficoltà per visibilità e manovra che si troverebbero a impegnare entrambe le corsie”.
“Ecco da allora il tempo trascorso va ben oltre ai termini previsti per legge per rispondere alle istanze presentate da cittadini, associazioni, partiti etc… e questo dimostra come l’atteggiamento di superficialità, l’arroganza e la supponenza, vadano ben oltre ad ogni responsabile atteggiamento”.
“Non è che al PCI piaccia rivolgersi ad altre autorità ma che cosa dovremmo fare se, come nel caso che segue molti altri casi del passato, il sindaco mantiene la sua linea del Piave e ritiene di non dovere cedere rifiutando, in palese violazione di norme, le risposte in termini di legge? Ecco allora che ci siamo trovati costretti a scrivere ancora al difensore civico per chiedere un suo intervento e soprattutto mettere in evidenza come questo atteggiamento faccia parte di una prassi ed una consuetudine che viene adottata dal sindaco non in linea con le norme di legge”.
“Se ci sono norme che prevedono accesso ad atti, richiesta informazioni ed altro perché non vengono rispettate dal comune di Massa? C’è qualcosa che non si deve far sapere, si vuole nascondere o è l’ennesima dimostrazione di come si sfrutta il potere con una buona e fedele interpretazione del Marchese del Grillo?”, concludono dal Pci.