GROSSETO – «È di pochi giorni fa la notizia del “Premio Architettura Toscana” che ha riservato una “menzione speciale” riguardo alla nuova sistemazione e ristrutturazione di Piazza Galeazzi, menzione speciale che è stata immediatamente, e “giustamente” direi, impugnata orgogliosamente dalla giunta comunale come un proprio merito».
A dirlo è il responsabile del Circolo Pace del Partito Democratico di Grosseto.
«Quale è il problema? È semplice: non credo che nessuno degli architetti, né quelli di Architettura Toscana, né l’architetto progettista, e sicuramente tantomeno gli assessori che si sono precipitati a fare il tradizionale selfie di rito abbiano mai passato più di qualche minuto nella nuova Piazza Galeazzi. Se lo avessero fatto, si sarebbero accorti che le panchine non sono proprio il massimo per una seduta comoda, in un posto poi frequentato principalmente da anziani, che avrebbero bisogno di una panchina più “tradizionale”, con una scontatissima e poco moderna ma utilissima spalliera dove appoggiarsi; praticamente dei parallelepipedi di marmo rovente, dato che le potature senza senso degli alberi, sviluppate in altezza, non forniscono ombra sufficiente».
«Le piazze servono per aggregare e piazza Galeazzi era forse non bellissima, ma piena di persone, soprattutto bambini e anziani che sostavano a lungo socializzando, passando il tempo alla ricerca di un po’ di refrigerio nelle calde giornate estive, cosa che oggi, con la piazza “bellissima e menzionata”, non è più possibile. Diciamo che la gestazione più che elefantiaca di questa ristrutturazione, che ha impegnato praticamente quasi tutto il tempo della passata legislatura, ha partorito un topolino, bianco, bello ma inutile, e con un esborso di denaro pubblico che immaginiamo sia stato cospicuo, per una ristrutturazione che contrasta fortemente con la fruibilità, buona per fare le foto e i selfie e poco altro. Un po’ la stessa cosa che è successo con i parallelepipedi di marmo bianco nella piazza principale del centro storico di Scarlino, che ha fatto infuriare persino Vittorio Sgarbi. Ma non è che queste amministrazioni di destra abbiano un’ossessione nostalgica per il marmo bianco?»