MASSA MARITTIMA – “Non arriva risposta alla nota inviata da Borelli e Fedeli via PEC l’11 marzo scorso che chiedeva informazioni rispetto alla bolla covid che si era verificata all’interno della RSA di Massa Marittima. È vero che c’è stato un consiglio nel quale sommariamente il commissario ha risposto, ma a domande precise si chiedevano risposte precise che non sono giunte neppure dopo il sollecito inviato sempre via PEC in data 9 maggio scorso”, a dirlo Fiorenzo Borelli – capogruppo lista civica Massa Comune, Daniele Brogi – capogruppo Lega comune Massa Marittima, e Luciano Fedeli – Pci Colline Metallifere.
“Tutte e due le PEC sono state indirizzate al sindaco e al commissario, poi diventata presidente, dell’Asp Falusi e, sino ad oggi, nessun cenno di riscontro o comunicazione è venuta in merito a quanto richiesto così procederemo a far pervenire l’istanza al Difensore civico richiedendo un intervento e, come avvenuto in altre occasioni, inviterà a rispondere ma il comportamento è scorretto e non rispettoso delle norme, mostra arroganza e prepotenza oltre che a una totale chiusura sull’istituto, quasi fosse cosa privata”.
“In questi giorni poi le acque si agitano ulteriormente. Notizie di turbolenze sono state riferite da fonti interne. La contrattazione con le parti sociali sembra essersi arenata sugli aspetti che riguardano l’organizzazione del lavoro e questo sembra abbia fatto adirare il presidente dell’Istituto che avrebbe affermato che in assenza di sottoscrizione da parte dei sindacati sarebbero stati presi provvedimenti molto forti.
Non tornano i turni con dipendenti sempre più stressati, non torna neppure l’applicazione delle norme in materia di nuclei che, ad esempio per il nucleo Alzheimer, prevede un minimo di ore per le rispettive figure professionali che la parte datoriale invece vuole prendere come massimo”.
“Infine la questione delle comunicazioni dello stato di malattia per il quale la presidente sembra che abbia addirittura modificato le norme del contratto nazionale di lavoro che prevede la comunicazione di malattia da parte del dipendente all’inizio del turno di lavoro, mentre la richiesta della parte datoriale vorrebbe anticiparla, quasi come se non vi fossero situazioni particolari e imprevedibili. In sintesi, se un dipendente si sente male un’ora prima di andare a lavoro sarebbe sanzionato? Se uno ha un malore quando si reca al lavoro non può andare in malattia? Insomma un bel caos ma tutto va bene e soprattutto tutto avviene nel chiuso e nel silenzio dell’Istituto”, concludono Fiorenzo Borelli, Daniele Brogi e Luciano Fedeli.