GROSSETO – «Le tensioni internazionali, la conseguente crisi alimentare e l’assenza della produzione ucraina di grano che serviva a sfamare circa 400 milioni di persone, hanno confermato, se mai ce ne fosse stato bisogno, il ruolo fondamentale dell’agricoltura e il fatto che il suo obiettivo principe è quello di garantire cibo sano ed equo per tutti. Questa realtà non sembra però aver spostato l’attenzione della politica che ancora manca di quella visione necessaria per consentire al settore primario di sopravvivere» afferma la Cia, Confederazione italiana agricoltori.
«Si susseguono slogan e frasi precostituire per dire quanto sia fondamentale un’agricoltura viva, sostenibile e produttiva ma nei fatti poco o nulla viene messo in atto per favorire la salvaguardia di questo settore che è appunto primario – afferma Cia Grosseto -. Negli anni la politica, tutta, ha relegato questo comparto al ruolo di Cenerentola e, malgrado la piena emergenza internazionale, poco o nulla viene fatto. L’impennata dei costi delle materie prime, le difficoltà nel reperirle, l’aumento del gasolio agricolo ( +100% rispetto al 2021 ) stanno aprendo la strada al collasso definitivo. E’ oramai evidente che i prezzi delle materie prime sono spesso svincolati dall’offerta e dalla domanda reale e che una delle cause dei rincari risiede nella speculazione sulle materie prime agricole. Speculazioni che incidono pesantemente sui prezzi determinando un incremento artificiale dei prezzi».
«La politica – continua Cia Grosseto – ha il dovere di intervenire e mettere un freno a questa realtà perché se le aziende non riusciranno a coprire i costi di produzione, che oramai sono insostenibili per ogni settore produttivo, non solo sarà impossibile seminare nella prossima stagione, ma molte aziende oggi in rosso, dovranno chiudere. E il risultato sarà una maggiore e più pesante dipendenza dai mercati esteri e dalle multinazionali».
«Il nostro settore, vale sempre ricordarlo perché troppo spesso viene sottaciuto – puntualizza Cia Grosseto – oltre a dover affrontare questa spirale generata dai speculatori senza scrupolo, deve fare i conti anche con altre criticità che sono conseguenza del malgoverno: la persistente siccità che sta mettendo a rischio le nostre produzione e per la quale abbiamo più volte chiesto programmazioni mirate senza tuttavia ricevere le necessarie risposte , il peso non più sopportabile della burocrazia, le tante tasse occulte, gli adempimenti che richiedono tempo, denaro e in molti casi un consulente per poterli espletare e il costo più che raddoppiato per la manutenzione e la ricambistica per i mezzi agricoli».
«Se questo difficile momento ha finalmente ricollocato l’agricoltura, intesa come produzione di cibo sano e sufficiente per sfamare il mondo oltre che come strumento di tutela della salubrità e della biodiversità, nel ruolo centrale che le appartiene all’interno di un quadro di sviluppo sostenibile, è fondamentale che la politica abbandoni i tentennamenti e si attivi con urgenza e metta in atto tutte quelle azioni e quei controlli per stroncare fenomeni speculativi, che agisca per dar corso a programmazioni a breve e a lungo termine con l’obiettivo di limitare i danni dovuti dai cambiamenti climatici e che passi a quella semplificazione burocratica più volte richiesta. In caso contrario – conclude Cia Grosseto – l’agricoltura italiana è destinata ad essere un malato terminale».