SCARLINO – “La salvaguardia dei posti di lavoro diventa prioritaria, con la Venator che è pronta a fare la propria parte per ridurre i quantitativi di gessi rossi. Adesso però serve un rapido accordo di programma con la Regione per risolvere le criticità momentanee e permettere all’azienda di riprendere a lavorare a pieno regime”.
Così il consigliere regionale della Lega Andrea Ulmi al termine dell’incontro con la Rsu della Venator e con i vertici aziendali. “Lavoratori e azienda viaggiano nella stessa direzione – afferma Ulmi -. Stanno facendo squadra a salvaguardia di un polo chimico che rappresenta il 30 per cento del pil della Provincia e che garantisce, tra diretto e indotto, quasi mille posti di lavoro”.
“Questa è una base importante per guardare al futuro di un territorio ampio che attorno a questa realtà ruota. La Venator si è detta pronta a fare investimenti importanti per ridurre, già nei prossimi cinque anni, del 50 per cento i quantitativi di gesso rosso, ma nel futuro si potrebbero abbassare ulteriormente. Per farlo occorre superare le criticità del momento, con una soluzione tampone, che permetta di far passare almeno i prossimi tre anni. A questo punto occorre un accordo di programma con la Regione, chiaro, magari inserendo penali laddove si abbiano dubbi sul raggiungimento degli obiettivi, ma che deve dettare una strada ben precisa per far sì che l’azienda possa riprendere a pieno regime la produzione e che i posti di lavoro possano essere tutelati”.
La questione lavorativa è importante per Ulmi. “Il polo chimico garantisce lavoro buono, con tutte le tutele per i lavoratori e per le famiglie – sostiene il consigliere regionale della Lega -. Questo è un elemento di cui bisogna tenere conto. Uno stop della produzione della Venator vorrebbe dire far perdere alla vicina Nuova Solmine un cliente che le garantisce l’acquisto del 30 per cento di acido solforico prodotto. Dunque anche l’azienda confinante ne subirebbe un immediato contraccolpo. Così come lo avvertirebbero i produttori di marmo di Carrara che avrebbero il problema dello stoccaggio della ‘marmettola’, cioè lo scarto di lavorazione del materiale, che oggi viene per lo più utilizzata dall’azienda maremmana e in caso contrario diventerebbe essa stessa rifiuto da smaltire”.
Ulmi è convinto che superata la fase tampone si possa giungere ad una conciliazione tra la produzione, la tutela dei lavoratori e la tutela dell’ambiente. “L’azienda chiede di poter superare questa fase – aggiunge il consigliere – e credo che la Regione abbia la possibilità, nel rispetto delle regole, di venirle incontro e trovare una rapida soluzione, con l’azienda che avrebbe il tempo di individuare la discarica in cui stoccare un quantitativo futuro ridotto di gesso rosso. Paradossalmente i progetti a lungo termine ci sono, manca solo da definire il passaggio dall’immediato al futuro e per farlo occorre agire velocemente e in maniera condivisa con tutte le istituzioni del territorio coinvolte, giunta e consiglieri regionali, provincia, comuni, azienda e lavoratori”.