GROSSETO – Sarà Luca Palamara, ex magistrato e autore del libro “Lobby e Logge”, l’ospite principale della serata organizzata per giovedì 9 giugno, alle ore 21 all’Hotel Granduca, dalla Lega Salvini Premier per promuovere i “5 SI al referendum sulla giustizia”.
Ad introdurre la serata ed a moderarla sarà l’onorevole Manfredi Potenti, che è il coordinatore toscano della campagna referendaria, con i saluti dell’onorevole Mario Lolini, commissario regionale della Lega, e del consigliere regionale Andrea Ulmi, commissario provinciale del partito. Tra gli interventi anche quello di Giovanni Paolo Bernini, ex assessore comunale di Parma, Angelo Jannone, autore del libro “Un’arma nel cuore” e Irene Testa, autrice de “Il fatto non sussiste, storie di errori giudiziari”. “Si tratta di un’importante iniziativa alla vigilia dei referendum – sostiene l’onorevole Lolini – per cercare di chiarire ulteriormente i cinque quesiti che i cittadini saranno chiamati a votare, specie a fronte del silenzio mediatico che si è registrato intorno a questa consultazione, ma servirà anche per capire attraverso i nostri ospiti perché è fondamentale cambiare la giustizia e votare 5 Si al Referendum del 12 giugno”.
Il commissario provinciale Andrea Ulmi parla anche dell’interesse che questa iniziativa può suscitare. “Il nome di Luca Palamara come ospite è sicuramente eclatante – sostiene il consigliere regionale- Nel leggerlo qualcuno potrebbe avere un sussulto, ma al di là del giudizio che si può avere di lui, chi meglio di Palamara ci può parlare di un sistema di cui ha fatto parte e che ha descritto nel suo libro? Ho letto il suo libro e confesso di essere stato profondamente colpito, e anche preoccupato e amareggiato, da quanto narrato. Io mi attendo che sia proprio l’ex magistrato a spiegare con la dovuta concretezza perché sia così importante andare a votare ed esprimersi con cinque Si. Ringrazio Gino Tornusciolo per aver organizzato l’evento e l’onorevole Potenti che è riuscito a coinvolgere ospiti importanti che ci aiuteranno a comprendere meglio la necessità di avere una ‘giustizia più giusta’”.