GROSSETO – Da qualche settimana a questa parte, si è tornati a parlare di radioattività e della necessità di intervenire a sostegno delle popolazioni che ancora oggi vivono nelle zone vicine alla centrale di Chernobyl che nel 1986 ha drammaticamente distrutto la vita di intere generazioni.
Ad aver riportato le lancette indietro nel tempo è stato il conflitto in Ucraina che ha ben evidenziato quanto il rischio di incidente nucleare sia ancora tristemente attuale, oltre al fatto che sono molte le persone costrette nella loro quotidianità a fare i conti con la contaminazione radioattiva. In Ucraina, Russia e Bielorussia ancora oggi si muore per colpa delle radiazioni. Legambiente in Bielorussia c’è dal 1986 con il Progetto Rugiada e, ancora oggi, sostiene chi è costretto a vivere in quelle aree, tenendo alta l’attenzione su una situazione ancora critica e, attraverso il “Centro speranza”, fornendo la possibilità a 100 bambini di effettuare controlli sanitari e di consumare cibo sano per un mese all’anno. L’appello è a donare il 5×1000 a sostegno di queste attività, affinché la catena di solidarietà non si interrompa.
“Il progetto Rugiada – ha spiegato Angelo Gentili, responsabile del Progetto Rugiada e componente della segreteria nazionale di Legambiente – rappresenta un’oasi nel deserto per una popolazione che ha tutto il diritto di essere aiutata ad uscire dalla condizione di instabilità in cui è piombata da quel dannato giorno del 1986. La guerra in Ucraina ha aggravato ancor di più una situazione già di per sé fragile, mettendo a rischio la stessa sopravvivenza di percorsi di solidarietà in Bielorussia. Per questo, oggi con ancora più determinazione di ieri, è necessario l’aiuto di tutti. Donare il vostro 5 x 1000 al progetto Rugiada è un gesto simbolico a costo zero ma di enorme valore. Al momento della dichiarazione dei redditi, è sufficiente firmare nello spazio riservato alle associazioni e riportare il codice fiscale del Circolo Festambiente: 92021360539. Un piccolo gesto – ha concluso Gentili – che rappresenta molto per chi ad oggi non ha la possibilità di costruirsi un futuro”.
Il centro Speranza è una struttura interamente autosufficiente dal punto di vista energetico e situata in un luogo incontaminato, per garantire ospitalità per un mese a molti bambini che ancora oggi vivono nelle zone contaminate, consentendo loro di mangiare cibo sano, di sottoporsi a controlli sanitari e di divertirsi all’insegna dell’educazione ambientale. L’associazione ha realizzato anche serre localizzate in numerose scuole delle aree più colpite dalle radiazioni nucleari, in cui vengono coltivati cibi sani.