GROSSETO – Questa mattina l’assemblea generale della Camera del lavoro territoriale di Grosseto ha eletto la prima segretaria alla guida della Cgil maremmana.
Si tratta di Monica Pagni, classe 1962, recentemente rientrata a Grosseto dopo un’esperienza di sei anni da responsabile dell’organizzazione nella segreteria regionale guidata da Dalida Angelini. Ruolo nel quale ha acquisito grande esperienza e autorevolezza nel mondo sindacale e in quello istituzionale della Toscana.
Pagni è arrivata a rivestire ruoli dirigenziali relativamente tardi, dopo 18 anni di lavoro come tecnica di laboratorio nel laboratorio di microbiologia dell’Asl 9.
Iscritta alla Cgil sin dal 1988, al momento del suo ingresso nel mondo del lavoro, nel 2004 Monica Pagni è stata eletta come rappresentante dei lavoratori della allora Asl 9, diventando subito coordinatrice della Rsu aziendale. Due anni dopo entra nella segreteria provinciale della Cgil come responsabile della sanità. Dal 2008 diventa segretaria generale della funzione pubblica della Cgil.
In seguito al lavoro svolto in quel ruolo, nel novembre 2014 la segretaria generale regionale Dalida Angelini la vuole nella propria segreteria, affidandole il ruolo di responsabile dell’organizzazione regionale della Cgil. Sei anni dopo, Pagni torna a Grosseto per rivestire lo stesso ruolo nella segreteria provinciale della camera del lavoro di Grosseto. Solo una settimana fa, la sua elezione a coordinatrice dell’Osservatorio regionale della Cgil sulle politiche di genere.
Stamani la sua elezione a segretaria generale della Cgil.
«In meno di 15 anni siamo passati da Leman’s & Brothers, a un virus che trova condizioni ambientali favorevoli ad un salto di specie devastando l’intero pianeta, per finire con una guerra che ha tutte le caratteristiche per cambiare strutturalmente gli assetti mondiali – ha esordito Monica Pagni nella sua relazione di insediamento – Non è che le dobbiamo risolvere tutte da qui, ma certo il contesto ci indica chiaramente la necessità, che è anche opportunità, di cambiare anche noi mantenendo al contempo il nostro ambito di interesse che è quello delle lavoratrici e lavoratori, pensionate/i e giovani generazioni».
Subito dopo eh è entrata nel merito del cambiamento di mentalità che si aspetta dalla sua organizzazione.
«La contrattazione collettiva per settori o addirittura per singola azienda non basta più, il salto di qualità che ci impone il momento è di sicuro quello della contrattazione territoriale che ha per obiettivo il miglioramento complessivo delle condizioni di vita e di lavoro delle persone a prescindere se siano studenti, disoccupati, lavoratori o anziani. La contrattazione sociale e territoriale ci offre lo strumento per avere un’idea di sviluppo del nostro territorio da proporre alle persone e alla politica, provando a sfidarla ad uscire dalle ambiguità in cui si autoconfina alla perenne ricerca del consenso sul nulla».
I temi principali restano gli stessi di un anno fa: «il recupero del gap infrastrutturale, materiale e immateriale, la sollecitazione verso un manifatturiero a basso impatto ambientale e alto contenuto tecnologico, un sistema di servizi pubblici (sanità, scuola, sociale) e privati (commercio, turismo e servizi) più tarato sulla prossimità, che consenta il recupero delle aree interne come luoghi in cui sia non solo possibile, ma desiderabile vivere e vivere bene».
Oggi c’è una possibilità in più determinata dal Pnrr, dal piano regionale di sviluppo, e da un patto regionale per il lavoro.
«Le modalità con cui abbiamo lavorato per il progetto Amiata, devono diventare modalità di contrattazione usuali e strutturate su tutto il territorio. Dalla nostra capacità di elaborare un’idea di sviluppo per il territorio dipenderà l’efficacia della contrattazione a tutti i livelli, istituzionali e aziendali. Rappresentare 30.000 persone ci consegna la responsabilità di lavorare per portare a casa i migliori risultati nelle loro condizioni di lavoro e di vita».
«Parallelamente – ha detto Pagni – «dovremo essere capaci di aprire tra lavoratrici e lavoratori una riflessione seria sulla riduzione dei tempi di lavoro e sulle politiche salariali; impegnandoci su lotta al precariato e al lavoro povero, avendo chiaro che le dinamiche salariali non possono ignorare né l’inflazione né il potere reale di acquisto delle persone. Il nostro obiettivo è infatti il miglioramento complessivo della qualità della vita di lavoratrici e lavoratori, giovani generazioni, pensionate e pensionati».
Poi la conclusione, rivolta ai compagni dell’organizzazione sindacale.
«Abbiamo passato un momento difficile. Penso che questa sia l’occasione per ringraziare il gruppo dirigente che ha dimostrato maturità». Infine, l’ultima considerazione: «sarò la prima segretaria generale donna della Cdl di Grosseto. La responsabilità aggiuntiva è rappresentata da quello che sarò, che saremo, in grado di fare per le politiche orientate alle opportunità di genere. Sia all’interno della Cdl che a livello di proposta contrattuale».