GROSSETO – «La maggioranza del Consiglio comunale nella seduta del 31 maggio ha deliberato di aumentare la tassa sui rifiuti» a dirlo Carlo De Martis e Marilena Del Santo, consiglieri di ‘Grosseto città aperta’ nel Consiglio comunale di Grosseto. «Una decisione che da un lato colpisce il cuore commerciale e produttivo della nostra comunità, con un aumento diffuso tra le varie categorie economiche e picchi per le attività industriali, dall’altro si abbatte sui nuclei familiari più deboli con aumenti vertiginosi, anche nell’ordine del 15%. Ed il confronto è il più generoso possibile, ovvero con il 2019, prima delle tariffe ribassate per l’effetto ‘doping’ dei contributi per l’emergenza Covid».
«Il motivo degli aumenti? Per il sindaco, come al solito, tutta colpa degli altri. Questa volta il capro espiatorio è il metodo di calcolo introdotto dall’Arera, l’autorità di regolazione del settore. Peccato che lo si applichi in tutta Italia, e ci sono tantissimi comuni virtuosi che non hanno avuto problemi ad abbassare le tariffe. Senza andare lontano basti l’esempio di Follonica, che ha ridotto la Tari e pure aumentato i servizi».
«Non stupisce allora che durante il dibattito Antonfrancesco Vivarelli Colonna si sia trincerato dietro un costernato silenzio, e sembra trascorso un secolo da quando, appena un anno fa, si faceva immortalare con un paio di forbici tra le mani per annunciare il taglio della Tari rivendicandone i meriti, quando in realtà quel taglio era stato reso possibile, per l’appunto, dalle risorse straordinarie messe in campo dallo Stato. Oggi si torna alla realtà, e non è un bel vedere per noi grossetani» proseguono i consiglieri di opposizione.
«A farne maggiormente le spese saranno i nuclei familiari, spesso giovani, che abitano nei classici bilocali e trilocali tra i cinquanta ed i settantacinque metri quadri, così come le famiglie di quattro e più persone che abitano in appartamenti di cento metri quadri. Beneficiano invece di riduzioni, anche a due cifre, coloro che vivono in appartamenti di grandi dimensioni, dai centocinquanta metri quadri in su».
«Una paradossale iniquità che Grosseto Città Aperta aveva proposto di correggere mediante agevolazioni per le famiglie maggiormente penalizzate, ma tutte le sollecitazioni rivolte alla Giunta sono cadute del vuoto, non comprendendosi che lo strumento fiscale dovrebbe essere impiegato non semplicemente per fare cassa, ma per perseguire obiettivi ben più ampi, quali per l’appunto una politica sociale che tuteli e sostenga i nuclei familiari più giovani e le famiglie numerose».
«Una paradossale iniquità figlia tra l’altro di una gestione della raccolta dei rifiuti tutt’altro che virtuosa, in cui è ancora di là da venire l’introduzione della cosiddetta ‘tariffa puntuale’ che consentirebbe finalmente di ‘pagare per quanto butti’, premiando le famiglie che producono meno rifiuti indifferenziati» prosegue la nota.
«A tutto questo si aggiungono i costi elevatissimi di un servizio che deve trattare una quantità gigantesca di rifiuti, se solo si pensa che ormai da anni Grosseto è stabilmente collocata tra i peggiori capoluoghi d’Italia per produzione di rifiuti (84° posto su 105 secondo l’ultimo report Legambiente-Il Sole 24Ore)».
«Last but not least, il disimpegno finanziario dell’Amministrazione comunale, che con la delibera del 31 maggio ha deciso di tagliare anche le risorse che negli anni scorsi aveva pur impiegato per calmierare il peso della TARI rispetto a determinate categorie. Per il 2022 non c’è neppure un euro per le utenze domestiche, mentre per le utenze non domestiche sono stati racimolati appena 100.000 euro che saranno distribuiti a pioggia tra le piccole imprese individuali, con buona pace delle imprese costituite in forma societaria, magari in situazione di sofferenza. E dire che solo qualche mese fa non si era perso tempo per spendere 120.000 euro per la rievocazione medioevale di Ludovico il Bavaro».
«Comprendiamo dunque lo sconforto esternato in Commissione dall’assessora al Bilancio per non aver avuto la possibilità di ottenere maggiori risorse da destinare al contenimento della TARI, neppure quelle che comunque erano state stanziate nella precedente consiliatura».
«La politica d’altronde è una questione di scelte e di priorità, e le scelte compiute per le nuove tariffe Tari rivelano con straordinaria chiarezza quali sono le reali priorità per il sindaco e la sua Giunta, e per la maggioranza che lo sostiene» concludono.