GROSSETO – “Rischiare la propria incolumità mentre si espletano funzioni lavorative di soccorso appare irreale e inaccettabile, ma purtroppo da molto, troppo tempo, oramai è una condizione costante -, così la UilFpl dopo quanto accaduto ieri, quando, spiegano dal sindacato – si è consumato un episodio (l’ennesimo) di violenza ai danni di un operatore sanitario (una infermiera) che è stata colpita con inaudita violenza mentre prestava assistenza con una collega ad un paziente nel Pronto Soccorso dell’Ospedale Misericordia di Grosseto”.
“Si tenga conto che venerdì precedente si era registrato un altro caso denunciato dalla Uil Penitenziaria, relativo ad un paziente che ha aggredito prima tre agenti in carcere e poi ha devastato la stanza nella quale era stato ricoverato nel reparto ordinario dell’Ospedale Misericordia. Poco tempo fa, sempre in Pronto soccorso, un’altra infermiera aveva subito una aggressione (con conseguenze, da quel che ci risulta, refertate). Quotidianamente, ormai, non si contano più contatti fisici senza conseguenze da degenza e le innumerevoli minacce, offese, umiliazioni, quasi sempre nei confronti di personale medico, infermieristico e oss, nella fattispecie diretto, nella maggioranza dei casi a donne”.
“Ritornando all’episodio di ieri, soltanto con l’intervento della Polizia, unitamente al personale sanitario, è stato possibile bloccare l’uomo che, di fatto, ha “movimentato” il Pronto Soccorso, i suoi operatori e gli utenti presenti. Immediate le reazioni dell’Azienda sanitaria: il direttore della rete ospedaliera della Asl Toscana Sud Est ha espresso la sua vicinanza (anche a nome della Direzione del presidio ospedaliero) al personale coinvolto, sia nella data odierna che in quella del detenuto psichiatrico nel reparto di sicurezza del Misericordia, venerdì scorso”.
“Come UilLFpl Toscana Sud Est esprimiamo sentitamente la piena, totale ed incondizionata solidarietà e sostegno alla operatrice sanitaria aggredita, auspicando una tolleranza zero di fronte a certi atteggiamenti, per i quali, a dire il vero, registriamo che gli stessi sono caratterizzati in maniera sovente da personaggi purtroppo “noti”, che “de facto” vengono “parcheggiati”, per motivi diversi, al Pronto soccorso, e che spesso (la UilFpl è già stata, in passato, parte attiva nella esposizione/denuncia di simili, deprecabili e, diremmo, assurdi episodi) sono protagonisti di lesioni ai danni di infermieri, oss, che vengono colpiti con pugni, calci, schiaffi”.
“Sinceramente, e con rispetto, ma ferma determinazione diciamo: Basta, la misura è colma. E’ inaccettabile che un operatore sanitario debba recarsi al lavoro con la speranza di non essere malmenato. Occorrono percorsi “diversi” per queste “patologie” e questi “soggetti” e comunque è importante sensibilizzare tutti i soggetti interessati ed istituzionali, affinché lavoratrici e lavoratori possano operare al meglio delle loro possibilità ed erogare in sicurezza i migliori servizi sanitari al cittadino utente”.
“Apprezziamo l’intento dei vertici aziendali di mostrarsi vicini ai loro dipendenti; purtroppo però il prossimo episodio non sarà preventivabile e nessuno saprà come o perché ,e soprattutto quando si ripresenterà una simile, tremenda fattispecie, a cui, purtroppo, almeno fino ad oggi tocca assistere con un senso di impotenza”.
“La UilFpl chiede che vengano differenziati i percorsi di determinate “patologie” e determinati “pazienti”. Gli operatori sanitari
hanno il diritto di lavorare in sicurezza, senza rischio di essere malmenati. E la Azienda deve farsi carico concretamente di questo. Come detto, la misura è colma”, conclude il sindacato.