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MAGLIANO IN TOSCANA – «Siamo meravigliate che i leghisti Ulmi e Lolini aprano una nota con una frase tratta dai Sepolcri: “Poca gioia ha nell’erba chi non lascia eredità di affetti”. Detta da loro fa sorridere visto che per mano del loro segretario nazionale il governo Giallo Verde fu mandato a casa» a parlare sono la vicesindaco di Magliano in Toscana Mirella Pastorelli e le consigliere Doriana Melosini e Nadia Fedeli.
Le tre consigliere chiedono al segretario del Carroccio, «visto che è la seconda volta che si esprime sulla stampa: perché ha la penna pesante nei nostri riguardi? Forse non ha ancora digerito l’abbandono di due donne e amministratrici preparate, definendo la consigliera Melosini “non gradita” e “incapace”. Lo capiamo e lo scusiamo, ma gli ricordiamo, ancora una volta, che la galanteria è un “modus operandi” di altri tempi».
«Respingiamo ogni accusa, cercando di dare chiarimenti in merito al passaggio nei partiti. Ulmi si ricorderà bene che la vice sindaca non aveva intenzione di abbandonare il partito nel quale aveva militato fin da giovane perché la sua formazione era ed è rimasta quella – proseguono le tre consigliere -. Inoltre la stessa vuol ricordare al segretario del Carroccio, quale opinione avesse del Cinelli prima che entrasse nella Lega e che i toni che oggi usa verso le consigliere e la vicesindaca allora li usava con il Cinelli».
«I litigi e i veleni nel comune di Magliano sono arrivati con la politica, con la corsa chissà a cosa. Inoltre le macerie e i veleni sono il risultato della scelta del segretario del Carroccio quando decise di tesserare Diego Cinelli nella Lega, nonostante il disappunto di molti iscritti; ma in quel momento serviva questo! Riguardo al futuro della vicesindaca i leghisti non si preoccupino, anche perché la stessa non ha sindacato i vari passaggi nei partiti e nelle liste in cui hanno militato loro: questione di stile».
«L’articolo sembra voglia incutere paura, hanno sbagliato i toni e le persone. Riguardo alle dichiarazioni ben fatte in consiglio comunale non avevano nessuno scopo di spaccare la coalizione Lega/FdI, anche perché si presagisce che non ci siano questi buoni rapporti come vorrebbero far credere».
«Abbiamo rimesso la nostra iscrizione dal partito al segretario regionale di FdI, perché dinanzi ad una situazione lacerata nel tempo, solo al momento della crisi totale avrebbero trovato una soluzione con tanti punti interrogativi a nostro discapito e a vantaggio del Cinelli che hanno sempre definito “autoritario, dispotico, privo di lungimiranza per il futuro di Magliano”. Non è la politica che fa per noi svendere la nostra coerenza per una poltrona».