MAGLIANO IN TOSCANA – “Dopo questo consiglio comunale, e dopo quanto accaduto nel precedente e in quello ancora prima, prendo atto che non ci sono più i numeri per cui siamo stati chiamati ad amministrare il Comune di Magliano in Toscana”, afferma il sindaco maglianese Diego Cinelli commentando la decisione di dimettersi.
“Quattro anni fa – prosegue -, nel giugno del 2018, i cittadini avevano dato un mandato chiaro al sindaco e ai consiglieri, anche sull’indirizzo da seguire e sul programma elettorale che era stato sottoscritto scegliendo la nostra lista. In quattro anni abbiamo raggiunto molti dei risultati che ci eravamo proposti e, probabilmente, giungendo in fondo al mandato avremmo completato quelli che erano gli obiettivi del programma. Purtroppo non sarà così”.
“In questi anni abbiamo approvato la variante del piano strutturale e del regolamento urbanistico e abbiamo avviato il procedimento di redazione del nuovo piano strutturale e del piano operativo. A livello di opere pubbliche abbiamo realizzato numerosi lavori sull’intero territorio, senza lasciare indietro nessuno dei nostri paesi, né il territorio aperto. Abbiamo stanziato 2,8 milioni di avanzo di amministrazione e 760mila euro di oneri di urbanizzazione destinati a parte investimenti. In pratica 3,5 milioni di euro in soli quattro anni, con risultati evidenti e sotto gli occhi di tutti, che hanno coinvolto la viabilità, le ristrutturazioni, la sistemazione delle scuole, dei parchi gioco, il risparmio energetico. Abbiamo partecipato a bandi importanti tra cui quello per la riqualificazione delle Mura ottenendo un milione circa dal Ministero di cui 200mila già liquidati per gli interventi su quelle di Magliano, di Montiano e di Pereta. Tutto questo nonostante che dall’11 marzo 2020 ci siamo trovati ad affrontare un’emergenza pandemica che ha drenato risorse umane ed amministrative per far fronte alle difficoltà della popolazione”.
“Il 26 luglio 2020, inoltre, la vicesindaco Mirella Pastorelli e le consigliere Doriana Melosini e Nadia Fedeli, nonostante i risultati ottenuti stando all’interno di una lista civica, hanno deciso di creare il gruppo consiliare di Fratelli d’Italia dichiarando che avrebbero comunque lavorato in continuità, facendo parte dell’attuale maggioranza a sostegno del sindaco. Un impegno che le tre consigliere, che oggi ci portano a prendere atto dell’assenza dei numeri nonostante la netta presa di posizione politica di Fratelli d’Italia, che ha ribadito la volontà di arrivare in fondo alla consiliatura dopo aver trovato un accordo con il sindaco sugli obiettivi di fine mandato, hanno espresso a parole, ma mai nei fatti”.
“Da quel momento l’attuale maggioranza ha avuto l’opposizione al proprio interno. Dopo ogni proposta approvata dalla giunta, anche con il voto favorevole della vicesindaco, dal gruppo delle tre consigliere sono arrivate critiche, assenze facendo mancare il numero legale o, peggio, voti contrari facendo decadere delibere anche di grande importanza. La vicesindaco Pastorelli, addirittura, da assessore al bilancio lo ha redatto, votato in giunta, salvo poi risultare prima firmataria di tre mozione che lo hanno emendato in consiglio comunale, facendo saltare opere importanti, come il recupero di San Bruzio da sempre richiesto proprio dalle tre consigliere”.
“Si è così innescato, a partire da quel 3 novembre, un meccanismo che ha di fatto creato molti problemi all’amministrazione e che ci ha condotto fino al 28 aprile, quando, dopo numerose convocazioni per incontri da parte del capogruppo della civica, le tre consigliere o non hanno risposto o non si sono rese disponibili, hanno votato insieme all’opposizione contro il bilancio preventivo in consiglio. Dal 28 aprile si sarebbe potuto modificare il bilancio? Certamente sì, se le tre consigliere ci avessero fatto sapere per tempo quali erano le loro richieste. A noi sono giunte quelle del loro partito con cui, anche a causa dei tempi ristretti, abbiamo sottoscritto un accordo con un cronoprogramma e con l’impegno a realizzare quanto richiesto e che avremmo presentato oggi al Consiglio Comunale”.
“A Fratelli d’Italia, dunque ai vertici locali e provinciali, evidentemente questo andava bene, alle tre consigliere devo supporre di no. E’ evidente dunque che il problema non è di tipo politico, perché su quello si discute, si valuta e ci si accorda, come avvenuto con Fratelli d’Italia, ma è di tipo personale, visto che hanno sempre dimostrato insofferenza verso il sindaco, tanto da averlo querelato per diffamazione poche settimane fa. L’accusa sarebbe quella di averle offese dichiarando di ‘vergognarmi di averle in maggioranza’, accusa dalla quale mi difenderò nelle sedi opportune e alla quale replicherò in sede giudiziaria per tutelare la mia immagine”.
“Se sul piano giudiziario sono sereno, su quello politico amministrativo oggi mi corre l’obbligo di prendere una decisione, seppur sofferta e dolorosa, ma solo nell’interesse dei cittadini. Chi mi conosce sa che non sono attaccato alla poltrona di sindaco. Ne ho interpretato il ruolo nell’interesse della popolazione, in base al mandato assegnatomi e cercando di dimostrare che, anche in un’amministrazione pubblica, dove la burocrazia italiana tende a rallentare l’attività, si possono realizzare con criterio e serietà molte cose. Lo si può fare grazie soprattutto ad un personale che, se ben motivato, è voglioso di fare e dimostra anche tutta la propria professionalità”.
“A questo punto, ribadendo il mio attaccamento non alla carica, ma solo ai cittadini, come previsto dall’articolo 53 della legge 267/2000 che regolamenta gli enti locali, mi dimetto dalla carica di Sindaco e consegnerò il Comune al Commissario Prefettizio che verrà nominato, con la speranza che in tempi rapidi possa giungere all’approvazione di quel bilancio che noi, per le ragioni espresse, non siamo riusciti ad approvare”.