GROSSETO – È stata consegnata dal Comando Carabinieri per la tutela ambientale e transizione ecologica, nucleo operativo ecologico di Grosseto, agli uffici dell’assessorato all’ambiente e alla protezione civile della Regione Toscana, per conoscenza e per quanto di rispettiva competenza, la relazione tecnica forense sulle analisi condotte dalla Procura della Repubblica di Firenze presso la ex cava di Montioni nel Comune di Scarlino, in merito al recupero ambientale dei cosiddetti ‘gessi rossi’.
“La relazione tecnica che ci è stata consegnata – afferma l’assessora Monia Monni – evidenzia alcune non conformità rispetto alle prescrizioni tecniche dell’autorizzazione che abbiamo immediatamente preso in carico. In questo senso ho dato tempestivamente mandato agli uffici della Direzione ambiente ed energia di assumere con celerità, ad esito delle opportune valutazioni tecniche, tutti gli atti amministrativi necessari e conseguenti. Al tempo stesso, ho rivolto ad Arpat la richiesta di attivarsi per quanto di competenza e chiarire se e come quanto emerso innova il quadro conoscitivo a disposizione, evidenziato nella relazione prodotta nel luglio 2021”.
“La Direzione regionale competente – spiega con maggiori dettagli l’assessore – dovrà provvedere, tra le altre cose, ad intervenire sull’autorizzazione al conferimento dei gessi presso la ex cava di Montioni. Arpat, invece, rispondendo alla mia richiesta di chiarimenti, mi ha informata di aver costituito un apposito gruppo di lavoro per valutare gli elementi emersi, anche alla luce delle attività di ulteriore campionamento e analisi che aveva già attivato”.
La Regione, insomma, “continuerà ad agire con determinazione e rigore a tutela dell’ambiente. Già la relazione tecnica del luglio 2021, curata da Arpat per la parte di contributo scientifico, chiariva che l’impiego dei gessi per recupero ambientale era possibile solo sulla base di valutazioni sito-specifiche e che quindi dovevano essere trovate soluzione alternative alla gestione dei gessi rossi. Su questa ferma posizione – conclude Monni – abbiamo aperto un tavolo, presso la Presidenza, affinché la società si mettesse nella condizione di attivare, il più rapidamente possibile, un processo di riduzione della produzione dei gessi, accompagnato da soluzioni adeguate di conferimento delle quantità residue”.