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GROSSETO – È possibile che in Italia una persona sia soccorsa da paramedici? E gli Ota, che fanno assistenza, sono infermieri? A queste domande si darà risposta venerdì 27 maggio, a Grosseto, durante il corso “Le professioni sanitarie nel linguaggio giornalistico. Fonti e strumenti utili per scegliere le parole giuste”, promosso dall’Ordine delle professioni infermieristiche di Grosseto, l’associazione Pa Social e l’Ordine dei giornalisti della Toscana.
Un appuntamento che si terrà dalle 10 alle 13 nella sala conferenze di Opi Grosseto, in via Repubblica Dominicana 80, e che dà diritto, ai giornalisti iscritti sulla piattaforma formazionegiornalisti.it, a tre crediti formativi.
“Abbiamo pensato di organizzare questo momento di confronto e approfondimento, grazie alla preziosa collaborazione dell’associazione Pa Social e di Odg Toscana – spiega il presidente di Opi Grosseto Nicola Draoli – per riflettere insieme su come sia possibile informare i lettori usando, appunto, le parole giuste. Le professioni sanitarie sono molte, hanno specificità particolari, e non è facile sempre orientarsi in questo panorama così vasto. Si deve però trovare il giusto equilibrio tra corretta informazione e semplicità e insieme cercheremo di farlo”.
Con i contributi di esperti e professionisti e con un momento di confronto e dibattito, i partecipanti potranno acquisire una serie di nozioni utili per orientarsi nelle molteplici specificità delle professioni sanitarie.
Il programma
Ad aprire i lavori sarà Nicola Draoli, presidente di Opi Grosseto, con una breve introduzione sui motivi dell’incontro. A seguire sono previsti i contributi di Francesco Di Costanzo, presidente di Pa Social, Silvestro Giannantonio, ufficio stampa della Fnopi, Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche, Alessandro Farruggia, giornalista del Quotidiano nazionale, che ha raccontato sin dall’inizio l’emergenza Covid-19.
“Ci auguriamo che da questa prima esperienza – conclude Draoli – si possano avviare collaborazioni ancora più incisive con gli operatori dell’informazione, con gli altri enti pubblici e con le associazioni: perché informare al meglio è un dovere che mette al centro, prima di tutto i cittadini, in modo da renderli più consapevoli e capaci di agire i propri diritti”.