SCARLINO – Le associazioni Amici del Porto di Portiglioni ed il Comitato Porto Canale, “che rappresentano la maggioranza dei diportisti con contratto di godimento a lungo termine del porto La Marina di Scarlino – spiegano -, lamentano il latente ostruzionismo da parte della concessionaria e della società di gestione del porto”.
“Le questioni sono annose e diversi i contenziosi ancora aperti sull’interpretazione dei contratti sottoscritti dalle parti – scrivono in una nota le associazioni -. Risale al 2012 il primo procedimento per gravi inadempimenti e poca trasparenza nella gestione del porto, poi definito in via transattiva con la sottoscrizione di un contratto integrativo, concordato e negoziato dagli utenti con concessionaria e gestore, ma da questi sempre osteggiato e mal digerito”.
“È invece del 2016 il procedimento, promosso dagli iscritti al Comitato Porto Canale, contro l’improvviso e inaspettato addebito ai diportisti dell’IMU (per un importo di oltre 300mila euro + IVA), costo mai richiesto prima, anche se l’imposta era stata istituita oltre sei anni prima. Il procedimento arbitrale si è concluso nel 2018 con un lodo, favorevole agli utenti, che ha esplicitamente dichiarato la non debenza dell’IMU da parte dei diportisti, trattandosi di un onere in capo alla concessionaria”.
“Il gestore ha di recente avviato, nei confronti di alcuni utenti, procedimenti giudiziali volti al recupero di presunti crediti vantati dallo stesso. Dagli atti giudiziali emerge che questi presunti debiti dei diportisti, in realtà, non sono altro che le somme relative all’IMU. Il gestore, quindi, sta agendo come se il lodo non esistesse, svilendo totalmente il valore della decisione arbitrale”.
“In questi giorni, l’associazione Amici del Porto di Portiglioni ed il Comitato Porto Canale hanno promosso un terzo procedimento, sempre relativo all’IMU, affinché il giudice ordinario, in conformità all’orientamento giurisprudenziale corrente, dichiari definitivamente che l’IMU è un onere a carico del concessionario. Come se tutto ciò non bastasse, la società di gestione rifiuta immotivatamente anche la valutazione
dell’applicazione dell’IVA nella misura ridotta del 10% che potrebbe ottenere adeguandosi, con modesti oneri strutturali e che di fatto pagherebbero gli utenti, alla normativa regionale sui Marina Resort; questa scelta comporterebbe significativi risparmi per i diportisti senza gravare in alcun modo su La Marina. È evidente che La Marina osteggia a priori qualunque iniziativa, senza previamente valutarne il merito effettivo e anche se essa non comporta alcun costo aggiuntivo”.
“In aggiunta a tutto, ormai da mesi, l’operatività delle Commissioni Utenti, contrattualmente previste per regolamentare i rapporti fra concessionario, gestore e i diportisti, è sostanzialmente impedita: o perché non vengono convocate, come nel caso di quella comunale, oppure perché non partecipate dal gestore e concessionario che non si presentano adducendo motivazioni sempre strumentali. Si perde l’ennesima occasione utile per mettere sul tavolo le reali problematiche del porto e per discuterne in prospettiva costruttiva e condivisa”.
“In ultimo, ma non per importanza, è di questi giorni il rifiuto pretestuoso e provocatorio di concessionaria e gestore di permettere alle associazioni i controlli contabili, contrattualmente previsti, sul bilancio consuntivo 2021 e sui conti del primo quadrimestre 2022. In maniera del tutto arbitraria, gestore e concessionaria condizionano l’avvio dei controlli all’invio di documenti assolutamente riservati delle
associazioni, quali l’elenco degli associati, i verbali di nomina dei Consigli e dei presidenti pro-tempore, mettendo di fatto in discussione anche la legittimità delle due associazioni. Mai in questi anni era stata fatta una simile richiesta, nonostante i vari mutamenti del management, e ciò mostra – ancora una volta, se ce ne fosse bisogno – lo spirito oppositore di gestore e concessionaria forse alla ricerca di pretesti per impedire i dovuti controlli sui bilanci annuali”.
“Per cercare di fare chiarezza e trovare soluzioni condivise sono state fatte anche due richieste formali di convocazione della Commissione Utenti prevista dal Regolamento delle Attività e dei Servizi del Porto, approvato con delibera di Consiglio comunale n° 28 del 23/06/2011, ma anche il sindaco, nonostante la legittimità di tali richieste, purtroppo ha preferito ‘lavarsene le mani’”.
“Quel che è certo è che non si spiegano tutte queste ostruzioni riservate dal gestore e dalla concessionaria agli utenti che peraltro rappresentano oltre l’80% del fatturato annuo della gestione e che permettono di coprire gli stipendi dei dipendenti e i lauti compensi dei componenti del Consiglio di Amministrazione. Sorge quindi spontanea una domanda: cosa si vuol nascondere agli utenti?”, conclude la nota di Amici del Porto di Portiglioni ed il Comitato Porto Canale.