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GROSSETO – È finita bene una brutta avventura per un utente grossetano che aveva avviato la fornitura di gas in zona montana per una piccola seconda abitazione e aveva ricevuto, quando la casa era chiusa, fatture di acconto per circa 1.500 euro relative ai mesi invernali. In realtà il contatore da agosto a febbraio aveva segnato un consumo di solo un metro cubo.
Così, tramite Confconsumatori, «l’utente grossetano ha inviato un dettagliato reclamo al gestore con tanto di fotografie del contatore per chiedere il riconteggio dei consumi da luglio a febbraio. Il fornitore di gas ha replicato che l’utente avrebbe dovuto comunque pagare, anticipando la somma, e che i conteggi definitivi sarebbero stati fatti alla lettura del distributore, prevista per l’estate prossima, da parte dello stesso gestore».
«In sostanza – fanno notare da Confconsumatori – si chiede all’utente di fare da banca e anticipare i soldi alla società».
«Non intenzionato a pagare, l’utente – con l’assistenza della sede grossetana di Confconsumatori – ha proposto istanza di conciliazione dinanzi all’Arera, l’autorità per l’energia e il gas, che ha ordinato al distributore di provvedere subito alla lettura del contatore senza attendere il periodo programmato. In sede di conciliazione la società di vendita ha capitolato immediatamente, ammettendo che non solo i circa 1.500 euro richiesti non erano dovuti, ma impegnandosi addirittura a rimborsare 327 euro per quanto già pagato dalla famiglia nei mesi estivi».
«Da questo caso specifico – ricordano da Confconsumatori – vogliamo fornire alcuni consigli utili agli utenti grossetani, onde evitare bollette da capogiro: scaricare le applicazioni delle società di fornitura del gas; registrare costanti autoletture ogni due mesi, inserendole sull’applicazione del gestore; a fronte dell’emissione di una fattura anomala revocare prontamente il rid bancario se esistente e presentare reclamo dettagliato».