RIBOLLA – “Permettete che dica una parola come vescovo, ma ancor prima come cristiano e cittadino: le morti bianche continuano, non son finite. Non passa giorno che le cronache dei giornali o dei tg non diano conto e non denunzino incidenti sul lavoro. Non sono all’altezza di dire quali siano le cause – probabilmente molteplici – ma è giusto non solo denunciare, ma anche e soprattutto non dimenticare questi fatti”.
“Perdere la memoria, singola e collettiva, è un modo molto povero per difendersi e prendere le distanze e così non farsene carico. E da questa dubbia rassegnazione noi cristiani dobbiamo scuoterci, confidando nelle parole del Maestro: niente di quello che il Padre mi ha dato vada perduto. I nostri minatori del 1954 come i lavoratori del giornale di ieri”.
Sono state le parole del vescovo Giovanni nell’omelia pronunciata questa mattina nella chiesa dei santi Paolo e Barbara a Ribolla, nella giornata in cui è stato celebrato il 68° anniversario della strage mineraria che il 4 maggio 1954 provocò la morte di 43 minatori nel pozzo camorra.
Alla Messa, concelebrata dal parroco don Ermille Berselli e dal vice don Andrea Pieri, erano presenti, fra gli altri, il sindaco di Roccastrada Francesco Limatola con l’assessore comunale Emiliano Rabazzi, e il consigliere provinciale Valentino Biscontri. Durante la preghiera eucaristica, quando si prega per i defunti, sono stati ricordati dal vice parroco don Andrea Pieri ognuno dei 43 nomi dei minatori, mentre al termine il coro parrocchiale ha intonato l’inno a santa Barbara che di coloro che lavorano nelle viscere della terra è la patrona.
Il vescovo Giovanni ha tenuto anche a precisare che la Messa in suffragio di un defunto non è una commemorazione, ma “nella fede cristiana, celebriamo in comunione coi fratelli che 68 anni fa hanno trovato la morte sul luogo di lavoro”.
Al termine della celebrazione, il Vescovo ha infine inaugurato una mostra di dipinti, che ritraggono prevalentemente volti o scene di Cristo, realizzati da Rossano Leoni, cittadino di Ribolla. Resteranno esposti all’interno della chiesa parrocchiale fino al 22 maggio. “E’ una mostra – ha detto don Andrea Pieri – che abbiamo pensato insieme all’artista per offrire un segno bello del nostro paese: una piccola realtà ma con tanto potenziale. E ora vogliamo dare espressione di questa bellezza. Il quadro raffigurante il Crocifisso è stato esposto in chiesa per la settimana santa. Nella sua semplicità manda un messaggio molto bello: Dio, il Padre, che dall’alto guarda il sacrificio del figlio suo. Ad esso se ne sono aggiunti altri, ognuno con un significato bello e profondo”.
Il vescovo Giovanni è intervenuto, poi, alla commemorazione civile dinanzi al monumento al minatore, insieme ad altre autorità civili e militari.