GROSSETO – “Strumentalizzazione, incoerenza e demagogia, queste le prime cose che vengono da pensare dopo l’intervento circa l’apertura di un tavolo politico sull’emergenza abitativa, del gruppo di Grosseto città aperta, che tramite i propri consiglieri non perde occasione per fare una politica di basso livello, trascinando il dibattito politico a una sorta di mercato del pesce intriso di demagogia spicciola” dichiara il consigliere comunale della lista civica Vivarelli Colonna Sindaco, Andrea Vasellini.
“Leggendo il comunicato stampa dei consiglieri Carlo De Martis e Marilena Del Santo – prosegue – i quali si dolgono della bocciatura della loro mozione, viene da pensare che abbiamo prestato davvero poca attenzione al Consiglio comunale (in effetti, proprio De Martis era assente). Le accuse all’assessore Sara Minozzi sono incomprensibili e non possono passare in sordina. L’assessore al sociale ha chiaramente indicato quanto il Comune investa nell’emergenza abitativa, spiegando tutti gli interventi presi e programmati. Magari non va giù che sia una giunta di un colore diverso dal loro ad averli attuati? In questo caso, forse, interessa di più la collocazione politica che i risultati perseguiti”.
“Del resto, non si comprende di cosa debbano lamentarsi i due consiglieri, in particolare alla luce di quanto io stesso ho spiegato in Consiglio, invitando la consigliera Del Santo a riflettere sul fatto che quanto richiesto già esiste da tempo e accogliere la mozione non avrebbe fatto altro che duplicare strumenti già in uso. Semmai, nel nostro Paese il problema è quello del controllo di chi viene aiutato: troppo spesso abbiamo letto notizie, nelle cronache nazionali, di “furbetti” senza requisiti, con una conseguente enorme ingiustizia sociale nei confronti degli aventi diritto alle agevolazioni”.
“Tanto per fare un esempio, già mesi fa – continua Vasellini – insieme all’assessore Minozzi avevamo constatato come, a livello nazionale, manchi un rapporto con i consolati dei paesi nordafricani, rendendo arduo se non impossibile verificare i requisiti dei richiedenti case popolari provenienti da tali zone, consentendo così anche a soggetti non meritevoli di passare avanti a chi effettivamente aveva un bisogno reale. È bene – conclude il consigliere comunale – che Grosseto città aperta smetta una buona volta di fare demagogia e prenda finalmente contatto con una realtà a loro sconosciuta, evitando tristi attacchi personali e propagandistici che fanno solo sorridere”.