GROSSETO – “E’ venuto il momento di rompere il silenzio in nome degli interessi di utenti, famiglie, volontari, facilitatori dei gruppi di auto-mutuo-aiuto ed operatori, che fanno riferimento alla nostra associazione Oasi Grosseto. I legami di collaborazione esistenti da oltre 20 anni con il Dipartimento di Salute mentale della Asl Toscana Sud-est ci hanno fatto seguire con crescente apprensione il progressivo e costante depauperamento delle prestazioni e della funzionalità del servizio negli anni della pandemia”, così Roberta Cosimi, presidente Oasi Grosseto Odv.
“La rete grossetana dei servizi di salute mentale, che è stata per decenni in cima ai risultati dei servizi toscani, versa in condizioni preoccupanti, che vanno ormai molto oltre le conseguenze di due anni di emergenza sanitaria dovuta alla pandemia da Covid 19 – va avanti Cosimi -. Non solo è stata ridotta la disponibilità di posti letto con la chiusura dei due Servizi psichiatrici di diagnosi e cura (Spdc) di Orbetello e Massa Marittima, senza che venissero sostituiti con posti letto aggiunti presso il Misericordia di Grosseto, ma abbiamo assistito alla progressiva riduzione del numero di operatori sanitari”.
“L’area grossetana della salute mentale adulti può oggi contare solo sui sette letti presso l’Spdc del Misericordia, rispetto alla dotazione dei preesistenti 14 posti letto su scala provinciale previsti in base ai parametri di legge nazionali e regionali. Questo di fatto comporta un ritorno a standard operativi precedenti alla legge 180 con il trasferimento fuori provincia di ricoveri con conseguenti gravi disagi degli utenti e delle loro famiglie. Abbiamo visto la progressiva riduzione del personale medico, infermieristico, psicologico e socio-sanitario.
Ciò rende inevitabile la riduzione della rete degli interventi territoriali e comunitari come quella della chiusura di tutti gli ambulatori periferici, che lamentano oggi gli amministratori locali”.
“La presenza medica presso il Centro di salute mentale di Castel del piano è sporadica su scala addirittura mensile. Tutto questo non permette alcuna razionalizzazione né dell’assistenza né della spesa sanitaria, ma sottopone il ridotto numero di operatori a disposizione a far fronte faticosamente solo all’urgenza e limitatamente all’utenza più grave, centralizzando tutti i ricoveri su Grosseto o fuori provincia come accadeva in epoca manicomiale. Ciò è fonte di stress per tutti operatori, utenti, familiari e cittadini, già messi duramente alla prova dalla pandemia”.
“La risposta territoriale decentrata nella comunità si è progressivamente rarefatta, alterando radicalmente il modello di risposta comunitaria contenuto nei piani socio-sanitari regionali e zonali e mettendo a rischio la sicurezza di utenti, operatori e familiari. Sotto il profilo tecnico la risposta tende ad appiattirsi solo sulla prescrizione di farmaci, riducendo l’intervento psico-sociale (psicoterapia, gruppi di sostegno, auto-mutuo-aiuto, inserimento lavorativo e sociale eccetera). Quanto costruito in termini di prevenzione del disagio giovanile nel lavoro paziente di anni è oggi a rischio di smantellamento”.
“Riteniamo pertanto che siano necessarie risposte urgenti e non più rinviabili per garantire un adeguato organico nei servizi di salute mentale. Noi come associazione siamo pronti a fare la nostra mettendo a disposizione il nostro patrimonio di idee, risorse, gruppi di auto-aiuto e strutture a partire dalla casa dell’auto-mutuo-aiuto”, conclude Roberta Cosimi.