FIRENZE – “Le condizioni cui devono sottostare i professionisti della Sanità pubblica sono sempre più difficili e pericolose, per questo molti decidono di andarsene”, scrive, in una nota, il sindacato Anaao Toscana.
“Il problema della sanità toscana non è certo nuovo – prosegue la nota -: negli ultimi anni è però stato messo in evidenza a causa della pandemia in corso. E ad oggi è possibile affermare che ogni anno che passa, aumentano i medici che lasciano gli ospedali per lavorare altrove, specialmente dopo le prime ondate pandemiche sono sempre più i professionisti della sanità che scelgono il privato”.
“Il 3,23% dei medici si è licenziato dagli ospedali. Il problema dei medici che lasciano gli ospedali si è notevolmente aggravato negli anni: nel 2021 sono state 273 le cessazioni volontarie, 200 in più rispetto ad appena 7 anni prima (quando sono state solo 73). Questo significa che nell’ultimo anno ben oltre i 3% dei medici toscani si è licenziato dal proprio posto di lavoro per continuare la professione in modo differente, come specialisti ambulatoriali, medici di famiglia, pediatri di libera scelta o impiegati nella sanità privata convenzionata. Un “danno” al Servizio sanitario nazionale aggravato dal fatto che in questi due anni di pandemia il compito dei medici è stato frammentato in altri doveri legati al virus: basti pensare ai percorsi covid, che hanno rallentato e appesantito le già lunghe liste d’attesa per tutte le altre prestazioni sanitarie. I medici che lasciano, secondo i dati Anaao, sono i medici dell’Emergenza-urgenza, i pediatri, gli internisti. Le maggiori cessazioni si vedono fuori dalle aree metropolitane”.
“Perché i medici toscani si licenziano? I professionisti cercano orari più flessibili, maggiore autonomia professionale, minore burocrazia, un sistema che valorizzi le loro competenze, un lavoro che permetta di dedicare più tempo ai pazienti – spiega Flavio Civitelli, segretario generale di Anaao Assomed Toscana -. E’ forte la necessità di avere una vita privata e non sacrificare la famiglia: tutte necessità difficili da conciliare con la carenza di personale, i turni disagevoli, i weekend quasi tutti occupati da guardie e reperibilità, con la difficoltà nel godere delle ferie maturate”.
“Più gli anni passano più il lavoro nella sanità pubblica diventa difficile e pericoloso: per questo il privato agli occhi dei medici impiegati negli ospedali è sempre più attrattivo e accattivante. Per quei medici ancora titubanti il 2021 ha rappresentato la stangata definitiva che li ha convinti ad andarsene: aver dovuto gestire le ondate pandemiche senza che poi venisse realmente effettuato un concreto investimento nella sanità pubblica ha definitivamente tolto ogni illusione di cambiamento”, conclude la nota di Anaao.