GROSSETO – “Le organizzazioni della proprietà edilizia maggiormente rappresentative a livello locale (Asppi, Confedilizia ed Uppi), di comune accordo, hanno deciso di non partecipare ad alcuna commissione che miri a limitare i diritti dei proprietari di casa”, scrivono, in una nota, le tre associazioni di categoria.
“Nel caso degli sfratti – prosegue la nota -, a parte ogni considerazione sui mesi e mesi di paralisi dell’istituto, va rilevato che già oggi i tempi risultino oltremodo dilatati, offrendo ben poche garanzie a chi si trovi nella necessità di rientrare in possesso del bene. Le associazioni in parola concordano nel ritenere come non competa a chi abbia chiesto uno sfratto, e quindi si trovi già con i connessi problemi per l’esecuzione, sostenere in qualsiasi modo operazioni che ritardino il procedimento, per di più senza alcuna ragionevole certezza”.
“Vale in questa sede richiamare l’attenzione di coloro che sembrerebbero averli dimenticati, gli obbiettivi sostanziali della legge 431/1998, chiaramente illustrati nella relazione di accompagnamento al tempo predisposta dall’onorevole Alfredo Zagatti (del Gruppo parlamentare Democratici di sinistra:
accrescere le possibilità di scelta e l’autonomia contrattuale delle parti;
favorire l’accesso e la permanenza nel mercato delle locazioni alle fasce di nostri concittadini che non hanno una casa di proprietà, non dispongono di un alloggio di edilizia residenziale pubblica e godono di redditi bassi o insufficienti a sostenere i canoni presenti sul mercato;
restituire maggiori certezze nei loro diritti a proprietari e inquilini in materia di procedure di esecuzione delle sentenze di sfratto per finita locazione.
L’onorevole Zagatti annotava inoltre come “la graduazione da parte delle Commissioni Prefettizie, tramite la concessione della forza pubblica, abbia contribuito ad alimentare la sensazione, in chi decide di affittare, che una volta locato l’immobile divenisse impossibile o difficilissimo rientrarne in possesso anche dopo molti anni rispetto alla scadenza dei termini contrattuali” o, ancor più grave – rilevano concordi le associazioni – nei casi di sfratti per morosità”.
“In conclusione la legge in parola, tutt’ora in vigore, avrebbe dovuto chiudere definitivamente l’esperienza delle commissioni e trasferire al giudice delle esecuzioni le competenze in materia in base al principio che “solo il giudice” può essere chiamato ad esprimersi ed a contemperare diritti ed esigenze che possono presentarsi come contrapposti: quello del proprietario e quello dell’inquilino”.
“Pertanto nessuna obiezione ove la proposta Commissione dovesse regolare gli sfratti ricorrenti nel campo dell’Edilizia popolare grossetana (Epg), ovvero trovare soluzioni idonee, sempre nell’ambito del settore pubblico, evitando quindi di coinvolgere quello delle locazioni private dalla cui sopravvivenza e sviluppo dipenderà in gran parte un più realistico superamento dell’emergenza abitativa”, concludono i referenti delle associazioni Riccardo Boccini (Asppi), Paola Tamanti (Uppi) e Silvia Signori (Confedilizia).