SCARLINO – “Il definitivo no all’inceneritore di Scarlino così come ipotizzato è una battaglia vinta anche per la Lega che da sempre si è opposto a questo tipo di impianto, sulle nuove prospettive ipotizzate da Iren siamo al fianco del Sindaco di Scarlino Francesca Travison nel chiedere chiarezza rispetto all’accordo proposto. Va bene l’economia circolare, ma bisogna capire cosa e quanta quantità di rifiuti verrà portata sul territorio e con quali standard di sicurezza”.
Così l’onorevole Mario Lolini e il consigliere regionale della Lega Andrea Ulmi sulle nuove prospettive dell’impianto di Scarlino. “L’economia circolare è il futuro ed è giusto che se ne parli nel concreto – sostiene Lolini- Gli indirizzi che vengono dal Governo vanno in quella direzione. Trattandosi pur sempre di rifiuti, un tema su cui dobbiamo trovare le adeguate soluzioni rappresentando un’emergenza, è adesso importante che la nuova procedura avvenga alla luce del sole e in maniera chiara, a differenza di quanto avvenuto con l’inceneritore finito in una battaglia legale durata anni. Non ci dimentichiamo che quello della piana di Scarlino è un territorio fragile sotto il profilo ambientale e che si trova a ridosso di un litorale che ogni anno vede passare centinaia di migliaia di turisti che rappresentano il volano dell’economia locale”.
Il consigliere regionale Andrea Ulmi pone l’attenzione sulle quantità e sul tipo di rifiuto che arriverà a Scarlino. “La questione ambientale e della tutela della salute – sostiene Ulmi, che è vicepresidente della commissione sanità- è l’aspetto che deve prevalere. Ha ragione il sindaco Travison quando vuole chiarezza sulla quantità di rifiuti che arriveranno a Scarlino, considerando che un impianto di questo genere, per guadagnare, ha bisogno di quantitativi decisamente alti. C’è poi da capire la questione dei fanghi e della depurazione. L’economia turistica, che ha un forte impatto sul territorio comunale e su quello di Follonica, non deve assolutamente risentirne. In Regione come Lega saremo vigili affinché l’intero iter autorizzativo avvenga nella maniera corretta e che non inizi una nuova telenovela destinata a durare anni, che vede dividersi le varie parti tra chi guarda solo all’occupazione e chi si interessa unicamente degli aspetti ambientali. Le due tematiche possono e devono viaggiare di pari passo”.
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