GROSSETO – «Già a luglio dello scorso anno siamo stati costretti ad intervenire sulla stampa ed informare la pubblica opinione che ai nostri volontari veniva negato l’accesso all’ingresso principale dell’ospedale».
L’Auser territoriale di Grosseto torna a denunciare l’accesso negato all’ospedale ai propri volontari.
«I nostri volontari – afferma il vicepresidente Franco Miglianti – svolgono servizio di trasporto sociale verso persone con difficoltà motorie e deambulazione, spesso in carrozzina, che chiedono di essere accompagnate in ospedale per loro necessità (visite mediche, terapie, ritiro farmaci, ecc). Pertanto, la scelta di non consentirci l’accesso alla rampa non è un dispetto verso i nostri volontari, ma un disservizio che ricade esclusivamente verso le persone che noi trasportiamo. Tra l’altro, va detto che per molte delle persone che trasportiamo è un servizio che svolgiamo in convenzione con Sds Coeso Grosseto, cioè persone fragili».
«Dopo il nostro intervento sulla stampa fummo ricevuti dalla direzione ed al termine dell’incontro da parte del dottor Forti ci fu data assicurazione che il problema sarebbe stato immediatamente risolto dando le disposizioni al personale di servizio alla sbarra.
Purtroppo, oggi, per l’ennesima volta, una nostra volontaria che accompagnava un paziente con difficoltà di deambulazione, si è vista negare l’accesso alla rampa per lasciarlo all’ingresso. Un problema che si presenta a secondo di chi è la guardia in servizio, dove alzano la sbarra oppure si rifiutano di farlo».
«Vogliamo precisare, che i nostri volontari hanno disposizioni di accompagnare le persone, farle scendere o salire ed uscire per parcheggiare fuori dalla rampa. Immediatamente abbiamo cercato un contatto con la direzione e il dottor Falco, tramite terza persona, ci ha fatto rispondere che Auser non è autorizzata a salire la rampa di accesso, contraddicendo quanto era il risultato dell’incontro della scorsa estate appunto con il dottor Forti».
«Ribadiamo – conclude Miglianti -, che la nostra richiesta non è per il diritto alla sosta, ma solamente all’accompagnamento della persona facendola scendere e/o riprendendola. Una situazione che cozza con lo stato di fatto, dove ogni cittadino può verificare da solo, in quanto vi sono sempre diverse auto in sosta, anche nei posti riservati al servizio antincendio».
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