GROSSETO – «Un tavolo di lavoro unitario per affrontare il disagio abitativo e sociale che, quotidianamente, investe tanti nostri concittadini». È questa la proposta di Grosseto Città Aperta, in discussione nel Consiglio comunale di giovedì 14 aprile, che «potrebbe aprire una nuova fase nelle relazioni tra i soggetti impegnati su questi temi e rendere più efficaci le risposte che devono essere fornite ad un numero sempre maggiore di persone in condizione di fragilità».
«Non ci sono numeri certi – affermano i consiglieri Carlo De Martis e Marilena Del Santo -, ma da più fonti si evince che sono oltre diecimila le persone nella nostra provincia in condizione di povertà assoluta, la gran parte nel comune capoluogo. Dati inquietanti ma del tutto credibili all’interno di un quadro generale che ha visto sensibilmente aumentare la povertà nel nostro Paese, attestandosi intorno al 7% nel Centro Italia. Numeri, poi, ancora più alti quelli delle persone che, colpite dalla crisi e dalla crescente inflazione, scivolano progressivamente in condizione di povertà relativa. Sono i ‘nuovi poveri’, famiglie che fino a ieri vantavano una sostanziale stabilità ed ora scontano gravissime difficoltà anche rispetto al mantenimento di un’abitazione o allo stesso reperimento di un alloggio».
«L’impatto più immediato, evidente e devastante è infatti quello sulla casa. Nell’assenza di misure strutturali a livello nazionale, le uniche idonee a fornire una risposta reale attraverso un nuovo Piano di edilizia residenziale pubblica, il diritto all’abitazione per troppe famiglie resta ancora un miraggio. I numeri recentemente forniti dal Sunia parlano da soli: soltanto a Grosseto sarebbero oltre 250 le famiglie interessate da procedimenti di sfratto, tra quelli in avvio e quelli già in fase di esecuzione.
Una problematica per sua natura complessa e articolata, innestandosi il tema dell’emergenza abitativa nel più ampio tema delle povertà, nel quale assumono un ruolo fondamentale, a fianco delle istituzioni, gli attori sociali del territorio».
«È su questo versante che interviene la proposta di Grosseto Città Aperta, che si affianca all’appello lanciato nei giorni scorsi dalla Caritas diocesana per la costituzione di un tavolo di lavoro comune. A fronte del pur egregio lavoro svolto vuoi dal COeSO-SdS, vuoi da numerose realtà del terzo settore, manca infatti una regia capace di mettere a sistema questo lavoro ed elaborare progetti di medio-lungo periodo, in grado non solo di tamponare le emergenze – pacchi alimentari, emergenza freddo, dormitorio, solo per dirne alcune, con la nota particolarmente dolente della disattenzione verso il dormitorio per le donne – ma anche di costruire percorsi di sostegno reale e, auspicabilmente, di fuoriuscita dallo stato di bisogno».
«In altre parole manca un progetto organico e integrato di contrasto e prevenzione delle situazioni di povertà, per superare la logica degli interventi separati collegando ogni intervento entro una strategia comune, che passi anche da una migliore valorizzazione degli enti del volontariato e della promozione sociale, troppo spesso utilizzati come meri esecutori senza un reale coinvolgimento in termini di co-programmazione e co-progettazione».
«Grosseto Città Aperta chiede dunque che l’amministrazione comunale si faccia promotrice dell’istituzione di un tavolo di lavoro unitario dedicato al disagio abitativo e sociale – con funzioni sia di monitoraggio, confronto e approfondimento, sia di co-programmazione e co-progettazione, sia operative – aperto alla partecipazione di COeSO-SdS, Edilizia Provinciale Grossetana, Caritas, delle organizzazioni sindacali degli inquilini e delle associazioni di proprietà edilizia, e delle organizzazioni del Terzo Settore impegnate su queste tematiche».
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