ROCCATEDERIGHI – E’ stato il suggestivo borgo di Roccatederighi (Roccastrada) ad accogliere, nella sera di venerdì 8 aprile, una nutrita rappresentanza dei giovani della diocesi di Grosseto che hanno vissuto e pregato la via crucis dedicandola alla pace.
Sei stazioni in altrettanti punti del paese per concludere nella chiesa parrocchiale di San Martino, nel punto più panoramico del borgo. Qui il vescovo Giovanni ha rivolto la sua meditazione ai ragazzi, sottolineando in particolare che la croce “non è l’ultima parola. L’ultima parola è Cristo risorto!”
Nel corso dell’itinerario di preghiera i giovani hanno ascoltato passi del Vangelo, riflessioni riprese da recenti interventi di papa Francesco sulla pace e tre testimonianze: quella di Carmelo Recupero, un operatore della Caritas della Parrocchia Madre Teresa di Calcutta, a Grosseto, che, nella stazione dedicata al Cireneo, ha raccontato l’esperienza della comunità sia come uno dei due centri di raccolta diocesani e poi nel sostenere i profughi che arrivano dall’Ucraina. Poi quella di don Vitaliy Perih, sacerdote ucraino greco-cattolico che opera nella nostra Diocesi, e quella di don Marco Gentile, parroco della Parrocchia Maria Ss. Addolorata, che ha parlato ai giovani di come l’esperienza di prossimità per l’Ucraina stia rimodellando il cuore della comunità e della Chiesa di Grosseto
Al termine, il vescovo Giovanni ha impartito la benedizione con la reliquia della Santa Croce, custodita nella chiesa di Roccatederighi mentre tamburini e sbandieratori del paese hanno offerto un saggio della loro abilità come segno di omaggio ai ragazzi arrivati da varie parti della diocesi.
“Un grazie speciale alla parrocchia, alla Pro Loco Roccatederighi, alla Polizia municipale, ai carabinieri, alla confraternita di Misericordia e a quanti hanno reso possibile questo momento”, dicono dalla Diocesi.