FOLLONICA – «Dopo la sentenza del Consiglio di Stato, nel novembre scorso, anche il governo Draghi ha recentemente dichiarato che la Direttiva Bolkestein va applicata anche per le concessioni balneari. Sono trascorsi 16 anni dall’approvazione della Direttiva Bolkestein, anni nei quali si è preferito assecondare gli interessi particolari invece del bene comune: gli stabilimenti balneari ovunque nel nostro Paese pagano canoni irrisori. E anziché una graduale transizione, l’Italia ha preferito andare a sbattere contro il faraglione della Sentenza del Consiglio di Stato». A parlare è Rifondazione comunista Follonica.
«Al contrario di certe realtà italiane dove regnano cemento e bagnetti privati, Follonica è riuscita negli anni a preservare un 50% di spiaggia libera, fortemente amata da cittadini e turisti, e che vogliamo altresì tutelare. In passato ci siamo battuti contro alcuni aspetti della Bolkestein, a differenza di altre forze politiche e nell’assenza di alcune categorie sociali, perché non crediamo che l’Europa debba essere unita solo dal mercato, soprattutto quando questo avviene al ribasso, a danno dei diritti dei lavoratori. Allo stesso tempo ci siamo battuti, e ci batteremo sempre, contro ogni forma di privilegio ed a favore della difesa dei beni comuni».
«Sgombriamo dunque il campo da finte questioni. Gli investimenti messi in campo dai balneari negli anni sono una questione importante e, qualora dimostrabili, saranno contabilizzati in fase di aggiudicazione delle gare che verranno fatte per le concessioni, così come avviene per qualunque bando europeo. Fughiamo inoltre le paure su ipotetiche multinazionali cinesi pronte a comprarsi il Golfo. Infatti respingiamo anche la retorica della difesa della conduzione “follonichese” delle concessioni a tutela dei posti di lavoro, perché in tutti gli altri settori dell’economia cittadina (dall’alberghiero alla distribuzione commerciale) siamo pronti ad attirare gruppi imprenditoriali importanti per assicurare lavoro continuo, regolare e non solo stagionale».
«Gli stabilimenti privati, come abbiamo già scritto, sono un servizio importante che annovera anche validi imprenditori: rispettiamo il loro lavoro, il dialogo e la collaborazione con l’Amministrazione comunale dimostrati in questi anni».
«Rivolgiamo altresì le nostre attenzioni al Governo italiano ed alla Regione Toscana perché è forte la necessità di più spazio per l’autonomia locale, affinché il Comune, che si farà carico di gestire le gare e che attualmente non riceve nulla dalle concessioni, possa trattenere una parte dei proventi delle concessioni balneari future, da poter reinvestire sul territorio.
Concludiamo, rispondendo a Gloria Faragli e Confesercenti, che nel novembre scorso, peraltro già dopo la sentenza inappellabile del Consiglio di Stato, si dichiaravano “a dir poco stupiti” della nostra posizione: confidiamo che abbiano messo da parte un po’ del loro stupore anche per le recenti parole dell’assessore Regionale Leonardo Marras, il quale, un mese fa, ha dichiarato: “Continuare a chiedere di non applicare la Bolkestein è inutile”» prosegue Rifondazione.
«La signora Gloria Faragli ci chiedeva allora contezza dell’importanza del settore balneare sul Pil della città, dunque le rivolgiamo la domanda: ci indichi adesso lei anche il numero di occupati regolari, il reddito medio annuo e la fonte. Così, tra qualche anno, saremo in grado di valutare se la Bolkestein, le nostre proposte e, a questo punto, anche la posizione di Marras, del Consiglio di Stato e del governo italiano, ormai pronti ad applicare la Bolkestein, avranno migliorato o meno questi numeri».