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GROSSETO – Il primo di aprile è ufficialmente terminato lo stato di emergenza, dichiarato ormai due anni prima dal Consiglio dei Ministri con delibera del 31 gennaio 2020. Inizialmente previsto per soli sei mesi, ha poi come noto visto continue proroghe, fino ad arrivare al 31 marzo 2022. Due anni quindi, caratterizzati da una situazione senza precedenti, e che oggi vede tutti approcciare a quella che viene già definita una nuova normalità.
In questo quadro, i Carabinieri di Grosseto tracciano un breve bilancio, nel tentativo di condensare l’impegno dedicato al controllo del rispetto delle diverse normative di “contenimento alla diffusione del Coronavirus”, che si sono susseguite in questi due anni.
«Come noto a tutti – spiegano -, l’impegno dell’Arma è stato concentrato su più aspetti, in base alle diverse tipologie di controllo che man mano il Governo ha posto come obiettivi, e di cui ha dato mandato alle Forze di Polizia per l’esatta e capillare verifica. In sintesi, l’impegno è stato dettato dalle diverse fasi che hanno contraddistinto questi due anni».
«Inizialmente, nella fase del primo “lockdown”, il compito principale e non facile, consisteva nel controllare chiunque venisse trovato fuori da casa propria: era il periodo in cui occorreva infatti un motivo specifico e circoscritto, compendiato tra l’altro in un’autocertificazione, per esercitare quella che era fino a pochi giorni prima un diritto basilare di ognuno: la libertà di spostamento».
«Successivamente, è stata la volta delle attività produttive e commerciali, per cui i Carabinieri dovevano verificare il rispetto di stringenti requisiti per esercitare la loro attività di impresa in maniera sicura. E’ stata poi la volta delle attività ricomprese nel settore della ristorazione e della recettività, che hanno dovuto seguire protocolli sempre molto severi e limitativi, vigilando inoltre sul rispetto delle norme anche nei confronti della clientela: aspetto, questo, che ha comportato non poche difficoltà ed imbarazzi agli stessi esercenti e gestori, che hanno dovuto reinventarsi esprimendo delle capacità che il loro lavoro classico certamente non richiedeva».
«Sono poi arrivati i vaccini, che hanno di conseguenza avviato la fase delle certificazioni verdi – green pass, con cui abbiamo finora convissuto e che rimangono tuttora in uso, nonostante il termine formale dello stato di emergenza che ha comportato un parziale affievolimento dell’applicazione del green pass per l’accesso in alcune strutture e la fruizione di determinati servizi».
«Il tutto senza dimenticare che, in pratica, nessun settore è stato escluso dalle misure volte a limitare la diffusione del virus, e che pertanto i controlli sono stati estesi ad ogni tipologia di attività, compresi servizi essenziali, enti pubblici ecc».
Di seguito i numeri dei controlli, aggregati per anno, che possono dare una misura tangibile di tutto quanto fatto dall’Arma in due anni.
Anno 2020: circa 65mila persone controllate, e 1.700 sanzioni elevate; 8.500 circa le attività verificate, di cui 120 sanzionate. Nell’anno, sono state oltre 3mila le pattuglie dedicate ai controlli covid.
Anno 2021: circa 40mila persone controllate, di cui 900 sanzionate; circa 7.500 le attività controllate, di cui 180 sanzionate. Le pattuglie dedicate sono state circa 2mila.
Anno 2022: 5.000 controlli e 180 sanzioni a persone, 2mila attività commerciali verificate, di cui 15 sanzionate. Le pattuglie impiegate negli ultimi tre mesi dello stato di emergenza sono circa 100 .
«Numeri che sicuramente non possono essere esaustivi, ma che testimoniano il gravoso e costante impegno richiesto all’Arma dei Carabinieri nella provincia, in una lotta alla pandemia che, nonostante il passaggio formale a livello centrale e tutti gli sforzi fatti, non può essere considerata conclusa».
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