ISOLA DEL GIGLIO – Dopo la sosta invernale, è ripartito il progetto Underwater pro tour all’Isola del Giglio.
Il 26 marzo si è svolta la sesta tappa di mappatura dei fondali del Giglio per rilevare la presenza di eventuali rifiuti inquinanti, con partenza da Punta di Mezzo Franco, dalla parte dell’isola che si affaccia sull’Isola di Montecristo e il mare aperto.
La barca dell’International Diving, timonata da Gianmaria Vettore, coadiuvato nelle operazioni di assistenza da Claudia Di Giuseppe e Roberto Luisi, dello staff del diving. Il team di subacquei, dotati di sistema elettronico di propulsione, era costituito da Gianluca Cireddu, Fabio Forti e Graziano Lanini.
Sono stati percorsi circa 2200 metri di fondale perlopiù ricoperto da praterie di rigogliosa posidonia, ad una profondità media di circa 16,5 metri e a 35 metri di massima, per una durata di oltre 2 ore di immersione.
E’ stato rilevato un solo punto di interesse ai fini del progetto UPT: una matassa di filaccioni presenti sul fondo a circa 30 metri, un buon risultato, perché significa che si tratta di un tratto di fondale apparentemente scevro di inquinanti e di materiali abbandonati o persi.
La giornata è stata caratterizzata dalla fattiva collaborazione con il team dell’associazione ambientalista Marevivo, che tramite la divisione sub ha deciso di collaborare attivamente, anche in futuro, alla realizzazione delle tappe del tour: si tratterà soprattutto di fornire supporto umano, trattandosi di subacquei che si occupano ormai da tempo proprio del recupero dei vari materiali, e con i quali già nel mese di agosto 2021 l’associazione UPT ha collaborato per il recupero di una grossa rete abbandonata sui fondali gigliesi.
La prossima tappa si svolgerà, meteo permettendo, il giorno di Pasquetta, 18 aprile, da Punta Eresia allo Scoglio di Pietrabona, su fondale di posidonia, intervallato da grossi massi sui quali, spesso, sono stati segnalati dai subacquei in immersione numerosi residui di reti e lenze da pesca abbandonati o perduti.