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GROSSETO – 974 profughi in tutta la provincia di Grosseto, di cui 452 minorenni. Quasi 500 coloro che sono transitati dall’hub allestito dal Comune di Grosseto in via Inghilterra.
Oggi anche il prefetto di Grosseto, Paola Berardino, ha visitato il centro accompagnata dal sindaco Antonfrancesco Vivarelli Colonna.
Nell’hub chi viene dall’Ucraina può registrarsi, fare il tampone, ed essere dotato di una tessera sanitaria. «La Maremma ha risposto molto bene all’emergenza – afferma il prefetto Paola Berardino – si è subito creato questo hub dove chi arriva può avere le prime indicazioni, entrare nel circuito delle istituzioni e trovare un mediatore culturale».
E proprio durante la visita è giunta una famiglia, madre e due figlie, ospiti di un uomo di Sassofortino da cui lavora la nonna delle ragazze. A Grosseto sono presenti anche alcuni minori senza i genitori, sono però ospiti di parenti, nonne o zie, che già si trovavano in Maremma. Dalla Prefettura arriva comunque l’invito a segnalare se si venisse a conoscenza della presenza di minori non accompagnati.
«Oggi ho accompagnato il prefetto Paola Berardino all’hub Pace per la prima accoglienza dei profughi ucraini istituito dal Comune di Grosseto e coordinato dalla Protezione civile e il mondo del volontariato, grazie alla collaborazione con la Prefettura, l’Asl, la Diocesi di Grosseto» afferma il sindaco Antonfrancesco Vivarelli Colonna.
«L’attività dell’hub procede a pieno regime con 461 profughi accolti ad oggi, la maggior parte 433 donne e minori. I rifugiati vengono qui registrati e sottoposti al tampone di controllo per venire poi inseriti in un sistema di accoglienza a 360 gradi, pensato insieme alla Prefettura, all’Asl, alla Polizia municipale, alla Polizia di stato, alla Diocesi, alla rete della Protezione civile e le associazioni di volontariato del territorio».
«L’hub Pace riveste un ruolo cardine nell’agevolare le prime procedure burocratiche per l’accoglienza e nel mettere a disposizione di chi fugge dalla guerra volti amici per dare loro conforto e pace, grazie anche alla presenza di mediatori culturali per superare gli ostacoli legati alle barriere linguistiche» prosegue il primo cittadino.
«Si tratta di un lavoro sinergico che ha visto impegnate non solo le istituzioni, le associazioni legate al sociale e allo sport, le forze dell’ordine e i presidi scolastici e sanitari, ma anche tutti i cittadini in un abbraccio solidale senza precedenti».