RIBOLLA – Sono iniziate in questi giorni le riprese del cortometraggio che intende rendere omaggio a tutti i minatori che hanno lavorato e vissuto nel villaggio minerario, ma anche a quegli scrittori come Bianciardi e Cassola che si sono spesi per portare all’attenzione della stampa e dell’Italia intera, la situazione dei lavoratori delle miniere in Maremma e non solo.
Attraverso una convenzione sottoscritta tra il Comune di Roccastrada e l’associazione culturale Avatar e con il contributo di Coeso SdS Grosseto e Parco Nazionale delle Colline Metallifere Grossetane è stato individuato un percorso che prevede la realizzazione di riprese in luoghi evocativi del paesaggio minerario, passando per Monticello Amiata, Massa Marittima, Montemassi e Ribolla. Le riprese si concluderanno nel mese di giugno ed il cortometraggio verrà proiettato in anteprima al “Francigena Film Festival” nel mese di Ottobre prossimo.
“La tragedia mineraria di Ribolla del 4 maggio 1954 – queste le parole dell’assessore alla cultura Emiliano Rabazzi – è una triste pagina della storia italiana ancora viva nella memoria degli abitanti del nostro territorio. Riteniamo che un film che rievochi questo evento, possa restituire una testimonianza importante sul forte impatto emotivo che ha avuto nella storia mineraria di Ribolla, tuttora attuale. Tra l’altro ci apprestiamo a preparare la commemorazione del 68° anniversario che quest’anno speriamo di poter celebrare senza le restrizioni sanitarie degli ultimi due anni”.
“Ritengo che il film C’era una volta a Ribolla, – prosegue Rabazzi – offra una possibilità di visibilità per il territorio con una possibile ricaduta economica, considerato che il cineturismo costituisce una nuova forma di turismo esperienziale che si sta imponendo fortemente nel panorama di offerte attuali”.
“Vogliamo raccontare la storia del paese di Ribolla, costruito attorno alla miniera di lignite – queste le parole del regista Giovanni Guidelli – e quella del suo popolo, variegato, di uomini e donne, non solo toscani, che formavano questa comunità, così cara a Bianciardi e anche in una buona misura a Cassola”.
“Quando la sciagura si presenta – prosegue Guidelli – quel 4 Maggio del 1954, tutto si ferma. Niente sarà più come prima. È la perdita dell’innocenza di Luciano Bianciardi e di una Nazione. È la tragedia che irrompe nella vita di un villaggio intero, di una Maremma lontana dalle cronache, di un’Italia ancora acerba che sogna l’America. Questi sono i pensieri che mi hanno cullato in questi anni e mi hanno spinto a voler realizzare una pellicola su questa storia, per troppi motivi dimenticata. Una storia che nasconde tante piccole storie, tanti sentimenti, amicizia, fratellanza. Ecco che a decenni di distanza e in punta di piedi ho messo insieme un Cast eterogeneo di volti e di sguardi, che richiamassero alla memoria quei fatti: con assoluto rispetto per chi in quella vicenda perse un parente, un genitore, un fratello, un amore”.