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BAGNO DI GAVORRANO – Sullo sfondo di tanti palloncini colorati fatti volare nel cielo, nel pomeriggio di ieri, domenica 20 marzo, si è svolta nel Giardino dei sogni dell’Auser, la tradizionale cerimonia per ricordare Elena Maestrini, la studentessa 21enne di Gavorrano, vittima dell’incidente Erasmus in Spagna.
A sei anni dalla tragedia anche quest’anno l’associazione ha organizzato un momento di riflessione per mostrare la vicinanza della comunità ai genitori Gabriele e Roberta, che da sei anni attendono giustizia.
Durante l’iniziativa, Gabriele Maestrini, alcuni amici e parenti hanno piantato dei fiori in memoria di Elena proprio accanto al leccio che era stato piantato qualche anno fa e alla pietra che ospita una targa commemorativa all’interno del parco.
«Sono passati 72 interminabili mesi in cui i genitori hanno praticamente combattuto da soli per avere giustizia con un peso enorme sulle spalle – ha detto il presidente dell’Auser, Mario Martini, nel suo discorso per ricordare la studentessa. «Oggi, a sei interminabili anni dalla tragedia – ha aggiunto anche Vasco Sammicheli -, ci chiediamo ancora quando ci sarà il processo, quando saranno accertate le co-responsabilità dell’accaduto, dalla sicurezza stradale all’organizzazione delle gite studentesche. Oggi, come sempre, vogliamo manifestare la vicinanza a Gabriele e Roberta e confermarli che i cittadini di Gavorrano saranno sempre al loro fianco».
Anche il sindaco di Gavorrano, Andrea Biondi, era presente alla cerimonia, ma «volutamente» senza indossare la fascia tricolore. «Ho deciso di non indossarlo per solidarietà nei confronti della famiglia Maestrini – ha detto -. Dopo sei anni, oltre a vivere il dolore della mancanza di Elena, oltre avere la pesantezza della mancanza di un processo, siamo anche davanti a una mancanza di misure appropriate per fare sì che una tragedia simile non accada più. È vero, la fascia tricolore rappresenta la comunità di Gavorrano, ma rappresenta anche l’organizzazione “Stato” e in questi sei anni non ha reagito in forma concreta e determinata, come invece ha sempre fatto la famiglia Maestrini».
Poche parole invece da parte di Gabriele Maestrini che ha ringraziato la comunità per la vicinanza e ha ribadito anche che «continuerò la mia battaglia per la verità e la giustizia per queste 13 ragazze».
Il Giunco.net ha prodotto un podcast in quattro puntate che racconta la tragedia Erasmus. Lo potete ascoltare QUI