MONTE ARGENTARIO – “Stanchi ma felici perché consapevoli di aver portato a termine una missione umanitaria di grande valore”. Così sono rientrati a casa i volontari delle Misericordie del Coordinamento Grossetano capitanati dal governatore Roberto Cerulli e dai due sacerdoti diocesani, don Sandro Lusini e don Adorno della Monaca, rispettivamente correttore della Misericordia di Porto Santo Stefano e correttore del Coordinamento delle Misericordie grossetane.
Un viaggio difficile, quello dall’Italia alla Slovaccchia. Una colonna di 22 camioncini tra cui ambulanze e mezzi della Misericordia carichi di scatoloni di medicinali, brandine, generi di prima necessità donati da farmacie, negozi, gente comune, in una gara di solidarietà senza precedenti. E tra i pacchi, rannicchiati e al freddo, i volontari a macinare chilometri per 20 ore di fila.
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“Quando transitavamo in autostrada – racconta Cerulli – sentivamo le altre auto e persino i mezzi militari che suonavano e non capivamo il perché. Poi abbiamo visto gente sporgersi dai finestrini per applaudirci e ci siamo resi ci conto che ci incoraggiavano, ci apprezzavano. Persino agli autogrill ci hanno accolto con grande calore, anche perché, casualmente, i nostri colori sono gli stessi dell’Ucraina. E’ stata un’emozione fortissima”.
Quindi l’arrivo in Slovacchia e la sosta nel piazzale di un chiesa greco-ortodossa dove, per fortuna, è stato trovato un tir per il trasbordo della merca su un unico mezzo. Tra gente povera, sullo sfondo di casette e baraccopoli, profughi in partenza per l’Italia, tutti hanno lavorato per sistemare le casse dai furgoni al tir e affidarle in mani sicure che le avrebbero portate nelle città martoriate dai bombardamenti.
“Un’esperienza unica, uno squarcio di luce nel buio di una guerra assurda che apre il cuore alla speranza”, conclude Cerulli.