FOLLONICA – 33 armi tra fucili e pistole sono state sequestrate da inizio anno ad oggi dai carabinieri della compagnia di Follonica.
La campagna di controlli sulle armi detenute da privati, all’interno delle abitazioni, serve a valutare se ci siano i requisiti fisici e psichici da parte del proprietario, ma anche se le armi siano detenute in maniera corretta.
Chi le ha per legge deve dotarsi di armadio blindato o cassaforte dove custodirle. Non è infatti infrequente che, all’esito di discussioni familiari, liti anche solo verbali, emerga la non corretta tenuta di armi in casa.
A ciò si aggiunge la particolare attenzione degli operatori i quali, nell’intervenire su liti familiari o altre situazioni complesse che si sviluppano tra le mura domestiche, valutano, a margine dell’eventuale decorso di legge in termini penali, l’immediato ritiro, in via cautelare (il provvedimento di eventuale, definitivo ritiro compete infatti all’Autorità prefettizia, che valuta se la persona riunisce i requisiti previsti per mantenere la titolarità dell’abilitazione alla detenzione) di armi da fuoco, seppur legittimamente detenute e correttamente custodite, al fine di scongiurare possibili abusi.
La provincia di Grosseto è ricca di fucili e pistole, innanzitutto per una diffusa passione per la caccia, a cui si affianca la detenzione di armi per attività sportive, ed infine per difesa personale.
Da inizio anno, sono già 33 le armi da fuoco ritirate: si tratta di provvedimenti presi in via amministrativa, che non riguardano aspetti penali, connessi per loro natura alla commissione di reati. Decine di controlli effettuati dai Carabinieri hanno fatto emergere, in parecchi casi, che molti detentori avevano certificati medici scaduti da anni. La normativa, infatti, impone che per poter detenere un’arma, il privato dimostri di avere i necessari requisiti psico fisici tramite idonea documentazione medica, da rinnovare periodicamente.
Tra i casi analizzati dai Carabinieri, c’è stato anche quello di un cittadino che in provincia di Napoli aveva esploso, al termine di un’accesa lite familiare, un colpo con il fucile. L’uomo risultava detenere armi anche presso un’abitazione in provincia di Grosseto: ciò ha richiesto anche un approfondimento amministrativo, sfociato con il ritiro di tutte le armi in possesso.
Sulla parte che riguarda praticamente la modalità di detenzione, i Carabinieri hanno in più occasioni rilevato la non corretta custodia delle armi, segnalando i relativi detentori per omessa custodia.
Altri casi, che comportano conseguenze amministrative, hanno riguardato il detentore originario che aveva cambiato residenza, o era deceduto. Nel primo caso, occorre dichiarare la nuova località di detenzione, mentre nel secondo gli eredi hanno l’onere di “ridestinare” le armi, scegliendo se tenerle per sé, e trattarle alla stregua di un qualsiasi altro bene da suddividere secondo volontà del defunto o asse ereditario, o in alternativa versarle per la distruzione, venderle… Il tutto è finalizzato a garantire una costante tracciabilità dell’arma, ma anche favorire una efficace e diretta azione di controllo da parte dei Carabinieri.