ORBETELLO – “Il gruppo consiliare Alternativa lascia l’aula perché ritiene inaccettabile, in seno a un Consiglio comunale che è in primis un luogo di garanzia per la democrazia, ogni qualsivoglia discussione riguardo la celebrazione del fascismo e dei suoi gerarchi, contravvenendo ai limiti imposti dalla legge Scelba che proibisce ogni apologia del fascismo”, recita la nota di Alternativa Orbetello.
“La volontà della maggioranza di imporre scelte scellerate e ideologiche sullo svolgersi di un’assise democratica non può essere accolta. E si aggiunge alle continue dimostrazioni da parte della maggioranza del totale disprezzo per ogni forma di confronto democratico con la minoranza che non è mai stata messa nella condizione di conoscere e dibattere le scelte portate in votazione. A partire dalla condivisione tardiva delle delibere previste in votazione, alla trasmissione di atti incompleti, passando per le difficoltà che la minoranza incontra nell’accesso agli atti”.
“Per non parlare della totale inutilità delle commissioni consiliari così come organizzate dalla maggioranza, in cui non è possibile intavolare dibattiti costruttivi che vadano oltre la vuota rilettura degli atti già decisi, dove la maggioranza non prevede la presenza di rappresentanti politici con cui confrontarsi, ma solo quella di dirigenti che ne fanno le veci o di consiglieri di maggioranza silenziosi o ancor peggio non preparati, continua.
“Per questa mancanza di garanzie e spessore democratico nelle scelte che riguardano tutta la cittadinanza, e non solo gli elettori del centro destra, il gruppo consiliare di minoranza prolungherà l’assenza dall’Aula per tutta la durata dell’Assise, riservandosi di compiere ogni atto previsto affinché il confronto democratico tra minoranza e maggioranza riprenda, con reale efficacia per il conseguimento del bene pubblico e perché ritorni la garanzia di rappresentare in seno al Consiglio l’intera cittadinanza. Ancora una volta oggi, durante il Consiglio comunale, persino il presidente del consiglio si è permesso di giudicare le azioni della minoranza in termini di democraticità, accusando proprio noi di venir meno ai principi che ci hanno sempre contraddistinto”, conclude.