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GROSSETO – L’avevano preso di mira, insultandolo con offese razziste e tormentandolo per la sua disabilità.
Cinque ragazzi di 14 e 15 anni sono stati denunciati dalla Polizia postale con l’accusa di cyberbullismo. Le indagini erano nate dopo che la madre del ragazzo si era rivolta ad un insegnante dopo aver scoperto i messaggi sul gruppo whatsapp della classe. La denuncia era poi stata presentate dall’insegnante.
I messaggi di cui era vittima il ragazzo erano tantissimi, ed avevano un tono offensivo, discriminatoria attraverso la con Dad, perché soggetto a lunghi periodi di ospedalizzazione, perché affetto da grave disabilità.
Gli specialisti della Polizia postale hanno estrapolato subito la chat d’interesse, accertando e individuando i ragazzi resisi responsabili delle condotte offensive e discriminatorie. Il procuratore capo Antonio Sangermano, ha così emesso cinque provvedimenti di perquisizione a carico dei titolari dei profili social individuati. Provvedimenti eseguiti tutti questa mattina.
Nel corso delle operazioni sono stati rinvenuti elementi di reità a carico dei destinatari del provvedimento ed ulteriori sviluppi potrebbero emergere dall’analisi dei dispositivi sequestrati.
Gli investigatori del compartimento Polizia postale e delle comunicazioni di Firenze e della sezione di Grosseto, coordinati dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale per i minorenni di Firenze, hanno denunciato i cinque ragazzi della provincia di Grosseto, di 14 e 15 anni, per atti persecutori nei confronti di un loro coetaneo, con le aggravanti di aver agito per finalità di discriminazione e odio etnico, nonché ai danni di una persona affetta da grave disabilità e per motivi abietti ovvero per “bullismo”.
La Polizia postale ricorda:
• La vigliaccheria sul web è molto grave in quanto dietro ad un cellulare od a uno schermo si pensa di poter dire cose che nella realtà non si riuscirebbe mai a dire. Proprio per questo l’uso corretto delle parole in rete è fondamentale per crescere bene e nel rispetto della legalità e della dignità di tutti.
• Sul web ogni comportamento può essere tracciato, ricostruito e denunciato alla Polizia, se arreca danno a chi lo subisce.
• Al compimento dei 14 anni, i ragazzi diventano penalmente responsabili delle loro azioni sul web (imputabili).
• Gli insegnanti in quanto pubblici ufficiali, hanno l’obbligo di denunciare fatti penalmente rilevanti (reati) commessi o subiti dagli studenti. Diffamazioni, minacce e insulti in rete devono essere denunciati dalle vittime e quindi è importante informare le famiglie degli studenti su cosa sta succedendo e sul loro diritto di fare una segnalazione o sporgere denuncia.
«Se sei vittima di prepotenze in rete non rimanere in silenzio, anche sul web ci sono regole, leggi e polizia in grado di ascoltarti, aiutarti, trovare le tracce e identificare i prepotenti» conclude la Questura.